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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_del_Teatro_Marcello-Chiesa_di_S_Nicola_in_Carcere (5)

Già in epoca repubblicana il Foro Olitorio aveva i suoi templi tre dei quali, allineati uno vicino all’altro, riguardano la nostra  chiesa.  Il primo  dei  tre  templi, (forse) dedicato alla Speranza (III sec. a.Ch.) di stile dorico, era periptero (attorniato da colonne), come il secondo (forse) dedicato a “Juno Sospita” (protettrice delle nascite - II sec. a.Ch.) che era, però, di stile ionico con sei colonne sul fronte, come il terzo (forse) dedicato a Giano (III sec. a.Ch.) che però mancava delle colonne sul lato posteriore.
La chiesa fu costruita sul Tempio centrale dedicato a “Juno Sospita”.
L’impianto della chiesa potrebbe risalire al VI secolo, ma non ci sono documenti che lo provino. Il primo documento che cita la chiesa di San Nicola è il catalogo (1192) di Cencio Camerario (c.1150-1227) (Sancto Nicolao de carcere) e quello (c.1320) dell’anonimo di Torino [Ecclesia sancti Nicolaii in carcere Tulliano (per errore) dyaconi cardinalis habet sex canonicos]. L’errore è quello di indicare il carcere Tulliano (o Mamertino) nel XIV secolo dato che questo carcere, che era sulle pendici del Campidoglio (vedi via di San Pietro in Carcere – Carcere Mamertino - Campitelli), era stato convertito in luogo sacro forse già nel IV secolo ma certamente nell’VIII secolo [La cappella è menzionata in una Bolla di Gregorio III (731-741)] perché si credeva che vi fosse stato detenuto l’apostolo Pietro.Tuttavia è comprovata l’esistenza di un carcere prossimo alla nostra chiesa nel Foro Olitorio nel Liber Pontificalis, nella biografia di Adriano I (772-795) con le parole: “Deductique elephanto in carcerem publicum illic coram universo popolo examinati sunt”, dove “elephanto” si riferisce alla  statua dell’“elephas herbarius” che si trovava, appunto, nel Foro Olitorio. Alcuni credono che questo carcere avrebbe potuto utilizzare uno dei due templi periferici (quello di Giano o quello della Speranza) e che la chiesa di San Nicola sia stata creata, subito dopo, come chiesa legata al carcere, sfruttando il tempio centrale, quello di “Juno Sospita”.
Un altro elemento in favore di questa ipotesi è che San Nicola è il protettore dei carcerati (ma si potrebbe obiettare che la costruzione della chiesa di San Nicola, santo di origine orientale, potrebbe essere dovuta, semplicemente, alla numerosa popolazione di origine mediorientale vivente allora nella zona).Nel 1128, Onorio II (Lamberto Scannabecchi da Fiagnano – 1124-1130) fece allargare la chiesa fino ad incamerare i fianchi dei due templi vicini, in modo che le colonne di questi comparissero sui fianchi della chiesa (così come si vede anche oggi).
La chiesa divenne a tre navate con due cappelle in fondo alle navate laterali e fu arricchita da una “schola cantorum”, da una cattedra vescovile e dagli amboni (oggi tutti scomparsi).
Nel XIII secolo, la chiesa fu sotto il patronato dei Pierleoni, famiglia di origine ebrea convertita che avevano fortificato il Teatro di Marcello ed avevano creato un sistema di difesa, della loro zona di influenza, con due torri dirimpettaie, di cui una è rimasta come campanile della nostra chiesa, mentre l’altra si trova incorporata nella casa Pierleoni, ricostruita sull’altro lato della Via del Teatro di Marcello.
Risale al 1280 la costruzione della cripta, i cui affreschi sono ora, in parte, ai Musei Vaticani.
L’urna di serpentino, che si trova oggi sotto l’altare, sembra fosse posta, all’epoca, nella cripta. Essa contiene le reliquie dei SS. Marco, Marcelliano, Simpliciano, Faustino e Viatrix.
Il cardinale Pietro Aldobrandini (1571-1621), ristrutturò la chiesa, nel 1599, quando Giacomo della Porta (1533-1602), costruì l’attuale facciata.
Nel 1865, sotto Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti – 1846-1878) fu restaurato il soffitto.
Nel 1932, fu aperta la via del Teatro di Marcello e la chiesa che dava su una piccola piazzetta,  bordata di case d’epoca, limitata dalla Via Montanara, rimase isolata come la vediamo oggi.
La chiesa è titolo cardinalizio dal 731.

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