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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_Monserrato-Palazzo_al_n_48

La primitiva “Societas pauperum anglorum”, formata da inglesi residenti a Roma, in gran parte commercianti della lana, divenne, nel 1360, l’“Hospice of the Most Holy Trinity and St. Thomas of Canterbury” (Ospizio della Santissima Trinità e di San Tommaso da Canterbury), nel quale la Confraternita provvedeva ai bisogni dei compatrioti in pellegrinaggio a Roma.
Tra il 1364 e il 1383, ebbe fine il lungo periodo di lotte intestine dovuto all’assenza dei Papi da Roma.  Il conseguente degrado degli edifici, privi di manutenzione, ne favorì la vendita e la donazione, in modo che l’Ospizio della Santissima Trinità e di San Tommaso da Canterbury poté più facilmente acquistare (e ricevere in donazione) numerosi edifici nel centro di Roma (Regola, Parione e Campo Marzio). Tra gli altri, la Confraternita acquistò fino a sette case confinanti su via di Monserrato (già via della Regola o Arenula e quindi via di Corte Savella) che furono il primo nucleo dell’ospizio.
Tra gli anni 1412 e 1450, l’ospizio venne ricostruito ed esteso (al posto delle sette case, ed oltre), per una maggiore funzionalità e visibilità, con una facciata omogenea su via di Monserrato. La chiesa fu consacrata nel 1445 e, lo stesso anno,  una Bolla di Eugenio IV (Gabriele Condulmer – 1431-1447) concesse alla nuova chiesa, adiacente l’ospedale, l’uso di un terreno confinante come cimitero per i defunti della nazione.
Nel 1497, constatata l’insufficienza della cappella, Roberto Shierborno, ambasciatore di Enrico VII (1485-1509), re d’Inghilterra, la fece ingrandire. La nuova chiesa fu consacrata, nel 1501.
Dopo il passaggio del regno d’Inghilterra alla fede Anglicana (1534), i sacerdoti, profughi perché perseguitati in patria, fondarono in Borgo un collegio per l’istruzione cattolica di giovani connazionali. Il collegio era seguito dall’Ordine dei Gesuiti e conobbe un certo successo (42 studenti, un rettore e tre gesuiti).
Gregorio XIII (Ugo Boncompagni – 1572-1585) decise la ricostruzione della chiesa (i cui lavori si svolsero tra il 1575 e il 1578) e, in quell’anno, dato l’ormai ridotto numero di pellegrini inglesi, decise anche la soppressione dell’ospizio in via di Monserrato e la costituzione del “Venerabile English College”, unico collegio inglese a Roma, confermandolo con Bolla del 23 dicembre 1580.
Come abbiamo visto, il Collegio fu seguito dall’Ordine dei Gesuiti fin dall’inizio, tranne che per il periodo tra il 1773 e il 1793, per la soppressione dell’Ordine dei Gesuiti, quando fu sostituito dal clero secolare.
Nel 1652, il Collegio acquista la Corte Savella (soppiantata, come prigione, dal carcere di Tor di Nona) allargando la sua proprietà fino a via di Montoro e mettendosi in condizione di poter affrontare una completa ristrutturazione dell’isolato.
I lavori, affidati a Domenico Legendra (ingegnere idraulico) e Carlo Fontana (1638-1714), si protrassero fino al 1685 creando il palazzo così come lo vediamo oggi al n. 48.
Con l’occupazione francese dello Stato Pontificio, nel 1798, il palazzo e la chiesa furono espropriati e rimasero vuoti fino al 1818.
Il Collegio subì danni sia nel 1849, durante la Repubblica Romana (tiri di artiglieria), che nel 1870, con la presa di Roma.
Intanto, nel 1866, Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti – 1846-1878) fece edificare una nuova chiesa in sostituzione della precedente, in cattivo stato, ad opera del conte Virginio Vespignani (1808-1882). I lavori si protrassero fino al 1888 e crearono la chiesa così come la vediamo oggi.
Durante la seconda guerra mondiale, i sacerdoti inglesi dovettero abbandonare l’Italia e il Collegio e la chiesa furono lasciati ai Cavalieri di Malta che vi esercitarono la loro funzione ospedaliera salvando, così, chiesa e collegio dal degrado. Dal 1946 ad oggi, il Venerabile Collegio Inglese è rientrato in possesso di tutti gli edifici e delle sue funzioni.

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