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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_dei_Pettinari-Chiesa_di_S_Salvatore_in_Onda (2)

Infatti, nel 1127, una bolla di Onorio II (Cencio Savelli - 1127-1130) parla della costruzione di una chiesa dedicata a San Salvatore in Onda, predicativo dovuto alle inondazioni del Tevere e/o per un Gesù Cristo battezzato da San Giovanni che avrebbe figurato sulla facciata.
Nel 1260, “Cecidit una sagita ad Ecclesiam S. Salvatoris de Unda et interfecit unum Fratrem” (Diario di Antonio di Pietro dello Schiavo 1404-1417). Cesario Cesarini risarcì la chiesa, che conservò il suo aspetto basilicale, con differenti colonne di qualche tempio pagano e capitelli disuguali, ed ebbe rialzato il pavimento.
La chiesa, con annesso il convento, era occupata, dal XIII secolo, da religiosi di San Paolo primo eremita, detti Paolini.
Nel 1435, sotto Eugenio IV (Gabriele Condulmer - 1431-1447),  i Paolini si trasferirono per approdare, nel 1454, a Santo Stefano Rotondo (vedi via di S. Stefano Rotondo - Monti), poi a San Paolo Primo Eremita (in via Agostino de Pretis al n. 95) e furono sostituiti dalla Procura Generale dei Frati Minori (Francescani).
In questo periodo vi abitarono padre Francesco della Rovere (Sisto IV - 1471-1484) e padre Felice Peretti (Sisto V - 1585-1590) in qualità di Procuratori dell’Ordine. Una lapide postuma ricorda così l'avvenimento:  “Quondam parva domus cecnon pauperissima sunmos Pontifices Sixtos dedit ista duos”.
Nel 1566, la parrocchia fu così descritta: “É dei frati minori conventuali di S. Francesco, ha circa 40 case di poveri artigiani, eccetto la casa del Capo di Ferro che gli è allato, e di qualche persona disonesta. Nell'ala destra della chiesa, vicino alla porta, è stato occupato uno spazio del suolo della chiesa quanto corrono quattro colonne e vi si è fatto bottega con stanza sopra e si tiene dai laici”.
La chiesa fu restaurata su forme barocche nel 1684, quando le colonne delle navate furono inglobate in solidi pilastri.
I francescani lasciarono il complesso nel 1844 e Gregorio XVI (Mauro Alberto Cappellari – 1831-1846) lo concesse a Vincenzo Pallotti (1795-1850) per la comunità religiosa da lui fondata nel 1835 (Vedi Piazza S. Vincenzo Pallotti – Regola), detta dei Pallottini, che lo detiene ancora.
Tra il 1867 e il 1878, la chiesa fu restaurata, ad opera dell’architetto Luca Carimini (1830-1890), che riportò in luce il colonnato antico delle navate.

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