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La Compagnia si costituì, prima nella chiesa di Santa Lucia Vecchia, detta “in Cantu secuto”, sulla quale sarà costruito l’oratorio del Gonfalone (Vedi via del Gonfalone – Ponte), poi presso il chiostro di San Salvatore in Lauro. Nel 1488, data del suo riconoscimento e dell’epidemia di peste a Roma, la Compagnia ottenne in enfiteusi, dal Capitolo della chiesa dei Santi Celso e Giuliano, la chiesa di San Pantaleone che si ergeva là dove sarà poi costruita la chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini e, dal 1526, per concessione di Clemente VII (Medici – 1523-1534) nella chiesa di Sant’Orsola della Pietà, oggi scomparsa (al suo posto il Largo Tassoni), che la comunità fiorentina manterrà, come oratorio, anche dopo la costruzione della chiesa nazionale. Con la salita al trono papale di Leone X (Giovanni de´ Medici - 1513-1521) nel 1513, la comunità fiorentina trovò l´incoraggiamento necessario per iniziare la costruzione di una nuova chiesa. Fu, in un primo tempo, incaricato il Bramante (1444-1514), il cui progetto, ispirato alla nuova basilica di San Pietro, non sarà eseguito. Nel 1519, venne bandito un concorso, cui parteciparono: Raffaello da Urbino (1483-1520), Antonio da Sangallo il giovane (1484-1546), Baldassarre Peruzzi da Siena (1481-1536) e Jacopo Tatti, detto il Sansovino (1486-1570), che risultò vincitore. Quello stesso anno, acquistati alcuni terreni intorno alla vecchia chiesa di San Pantaleone, cominciarono i lavori che continuarono fino al 1522. Nel frattempo, l’esecuzione delle fondazioni passò dal Sansovino ad Antonio da Sangallo il giovane, sia per una indisponibilità del Sansovino, dovuta ad una caduta (Vasari) o per una maggior perizia del Sangallo, specialmente per quella parte di fondazioni che interessavano il bordo del fiume. La morte di Leone X (1521) e il sacco di Roma (1527) interruppero i lavori che ripresero nel 1534, con l’ultimazione delle fondazioni e l’impostazione della facciata. In quell’anno, Paolo III (Alessandro Farnese – 1534-1549) fece aprire la via (oggi via Paola) che unisce Castel Sant’Angelo alla facciata della chiesa dei fiorentini. Ma i lavori della chiesa si fermarono di nuovo con la morte del Sangallo (1546), mentre i fiorentini officiavano ancora nella loro vecchia chiesa di San Pantaleone che si trovava ancora in piedi al centro del cantiere. Nel 1559, l’Arciconfraternita, con l’elezione di Pio IV (Giovanni Angelo Medici – 1559-1565), cercò di rilanciare il cantiere, interessando il Buonarroti (1475-1564) il quale si attivò, all’età di 84 anni, con disegni e plastici per illustrare la sua opera, ma alla sua morte il progetto venne abbandonato. Nel 1564, i fiorentini invitano San Filippo Neri (1515-1595), che era a San Girolamo della Carità, in via di Monserrato (vedi), a gestire la loro vecchia chiesa e il loro Convitto Ecclesiastico. Filippo Neri inviò un suo discepolo, Cesare Baronio (1538-1607), futuro cardinale, che se ne occupò fino al 1576, quando gli Oratoriani trovarono una loro propria sede in Santa Maria in Vallicella, la chiesa nuova, continuando ad occuparsi solo del convitto e dell’oratorio (Sant’Orsola della Pietà). Nel 1580, era stata eseguita la demolizione di San Pantaleo, ma i lavori di costruzione erano progrediti lentamente, in proporzione ai ridotti mezzi finanziari dell’Arciconfraternita. Nel 1582, dopo intense campagne di raccolta di fondi presso il gran duca di Toscana, Francesco I (1574-1587), e presso i fiorentini più facoltosi in Roma, venne dato incarico a Giacomo della Porta (1532-1602) della ripresa dei lavori, Nel 1588, i Filippini lasciarono definitivamente la cura del Convitto Ecclesiastico che fu ripreso in mano direttamente dall’Arciconfraternita Fiorentina. Raccolti i fondi, i lavori avanzarono (mancavano il transetto e la cupola), tanto che, nel 1590, il patronato di molte cappelle venne attribuito ad importanti famiglie fiorentine, quali i Benozzi, i Cavalcanti e i Mancini, la famiglia Scarlati essendo attributaria della prima cappella già nel 1582. Nel 1595, avvenne un cambiamento al vertice dei lavori, con la sostituzione di Giacomo della Porta con Carlo Maderno (1556-1629), forse dovuto al successo di quest’ultimo nella fabbrica della basilica di San Pietro. Nel 1606, al posto di alcune case limitrofe, acquistate “ad hoc”, viene costruito un ospedale, probabilmente dallo stesso Maderno, dedicato a San Giovanni Battista della Nazione Fiorentina. Il Maderno terminò l’insieme dei lavori, nel 1618, realizzando coro, cupola e due cappelle rimanenti, mentre la facciata fu ultimata solo nel 1734, per opera di Alessandro Galilei (1691-1737), sotto Clemente XII (Lorenzo Corsini - 1730-1740).
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