Via del Pavone [1] (R. V – Ponte) (da Corso Vittorio Emanuele II a via dei Banchi Vecchi)
Per l'apertura del corso Vittorio Emanuele, la “via Pavonis propre plateam Montis Giordani”, che già era a due tratti, venne tagliata quasi a perfetta metà. Il secondo tratto (verso Banchi Nuovi) è stato chiamato “via G. Giraud”.
La denominazione “Pavone” le venne dall’insegna di un albergo, situato di fronte ad una casa dell’aromatario [2] Giovanni Pietro Busaraga, che, al tempo di Leone X (Giovanni de´ Medici - 1513-1521), l’aveva ottenuta dalla terza generazione.
La strada “quae tendit versus viam Banchorum” era nei limiti permessi per il gioco del pallone, che, sembra, avesse in Banchi molti tifosi.
Infatti per ordine del Senatore [3], ogni anno, un banditore, sulla scalinata della chiesa di S. Celso, proclamava una grida, con la quale veniva precisato: “intendersi il detto rione di Banchi, dal vicolo del Pavone, presso al palazzo della Cancelleria (vecchia) per la strada detta di Banchi, fino in Ponte e dal palazzo a S. Biagio (della Pagnotta), per strada Giulia, e via Florida e dal vicolo del Pavone per la strada di Monte Giordano, dalla strada di Panico fino in Ponte, comprendendosi anche la piazza degli Altoviti e l'altra che va verso Tordinona”.
In via del Pavone sono stati visti, dall’archeologo Franco Arietti, alcuni resti dell’Euripo [4].
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[1] ) Teatro del Pavone fu chiamato, dal nome della strada, il già teatrino domestico del duca Francesco Cesarini.
[2] ) Profumiere, droghiere.
[3] ) Il rinnovamento del Comune nel Medio Evo, che, nelle altre città italiane, dà origine al governo dei Consoli, in Roma non può prescindere dall’esempio imperioso del passato e rinnova quindi, com’è noto, il nome del Senato. Il primo senatore sembra sia stato eletto dai 56 consiglieri amministratori dell’Urbe nel 1044 e ciò fino al 1206, quando la nomina diventò papale. Fino al ritorno dei papi da Avignone, il Senatore esercitò una incontrastata autorità, ma le lotte acuitesi sotto Innocenzo VII (Cosma Migliorati - 1404-1406) culminarono nella nomina, che fece Eugenio IV, di un Governatore di Roma, “in temporibus”, fiancheggiandolo con due marescialli e riunendo poi tutte le loro attribuzioni di governo nelle mani del Cardinale Camerario. Più tardi il governo della città tornò al Senatore, ma con carica puramente rappresentativa, essendo invece effettivamente nelle mani di "Monsignore il Governatore di Roma". Fino al 1580 il Senatore restava in carica sei mesi, poi un anno e dal 1655 a vita.
[4] ) L’Euripo era un canale che attraversava tutto il Campo Marzio e si gettava nel Tevere, vicino all’attuale Ponte Vittorio Emanuele. Il canale era a servizio dello stagno ottenuto lasciando defluire le acque provenienti dai colli Pinciano e Quirinale, che già avevano formato la "palus Caprae”. Agrippa aveva arginato la “palus Caprae” ed abbellito lo stagno che ne aveva ricavato, per dare maggiore varietà ai suoi giardini. (Lo stagno e l’Euripo assorbivano 700 quinarie della Vergine). Il livello era mantenuto costante da una diramazione della Vergine e v’immetteva circa 700 quinarie e da un emissario che si scaricava nel Tevere. Accanto alle Terme si trovava un laghetto artificiale (lo stagnum Agrippae), alimentato sempre dall’Acqua Vergine e posto un po' più a ovest, tra le attuali via de' Nari e Corso Vittorio Emanuele II. Ricavato dalla regolarizzazione del bacino naturale della palus Caprae, doveva svolgere le funzioni di natatio (piscina per il nuoto) per le terme. (Da Wikipedia : “palus Caprae”)
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