p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1
p1

STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_di_Monte_Giordano-Palazzo_Orsini_al_n_36-Ingresso

Tra il XII e il XIII secolo, il Monte di “Johannis de Roncionibus” passo` agli Orsini, probabilmente giaŽ al tempo del cardinale Giacinto di Pietro di Bobone (1106-1198), poi papa Celestino III (1191-1198), (la potente famiglia Bobone da cui discenderanno gli Orsini, con Orso di Bobone, nipote di quel papa) o, al piuŽ tardi, al tempo del nipote di Orso, Matteo Rosso I (1180-1246) di Gian Gaetano Orsini, dato che il palazzo fortificato di “Johannis de Roncionibus” fece parte della spartizione tra Matteo Rosso II (+1300) e suo fratello Rinaldo (+1278), ambedue figli di Matteo Rosso I.
Il Monte di “Johannis de Roncionibus” e il suo palazzo turrito, rimasto in possesso della linea della famiglia Orsini “deŽ Monte”, iniziata da Matteo Rosso II (+1300) di Matteo Rosso I (1180-1246), costituiŽ il primo ed il piu` importante centro di dominio del territorio romano.
Segui` il possesso del palazzo fortificato sulle rovine del Teatro di Pompeo a Campo dei Fiori, iniziato da Napoleone Orsini (+1264), fratello di Matteo Rosso I, che costitui` un insieme fortificato, lungo tutta la via dei Giubbonari, che arrivera` fino al luogo oggi occupato dalla chiesa di San Carlo ai Catinari, suddiviso in due blocchi, quello della torre Arpacasa (dalla torre dell’orologio in piazza Campo deŽ Fiori che porta inspiegabilmente questo nome) affidato al figlio Matteo Orso (test.1279) che sara` l’iniziatore del ramo “Campo deŽ Fiori” e quello della torre “Pertundata”  affidato a Giacomo (+1278), predecessore dei rami di “Licenza” e di “Sant’Angelo” [i capostipite dei due rami saranno i figli di Giacomo, rispettivamente Francesco (+1260) e Fortebraccio (+1312)].
Il possesso della Mole Adrianea (Castel Sant’Angelo), dovuto, probabilmente al nepotismo di papa Niccolo` III (Giovanni Gaetano Orsini – 1277-1280), rimarra` in mano agli Orsini fino a circa il 1362.
Il Monte di “Johannis de Roncionibus”, che dominava, isolato, la depressione vallicelliana e i prati di Nerone (Borgo), si chiamo`, poi, “Monte Giordano” o dal cardinale Giordano Orsini (+1287), fratello di Niccolo` III o da un altro Giordano Orsini (+1367), Senatore di Roma nel 1341, figlio di Poncello Orsini (+1324) a sua volta nipote di Niccolo` III.
Fu Giordano senatore, unico tra i Baroni romani, insieme a Niccolo` Orsini (1331-1389), del ramo di Castel Sant’Angelo, ad appoggiare Cola di Rienzo nell’affermazione del potere temporale del Comune su quello papale.
La lotta tra Comune, Baroni e Papato continuera`, anche dopo la morte di Cola di Rienzo (1313-1354), ancora per qualche anno.
Fu Bonifacio IX (Pietro Tomacelli - 1389-1404) a riconquistare il potere a Roma, nel 1398, con l’appoggio dei Baroni che lo rimisero al vertice del potere temporale su Roma con l’atto “resignatio pleni dominii”.
Nel secolo successivo (XV) si attenuarono le funzioni di difesa-offesa del palazzo fortificato di Monte Giordano e prese il sopravvento l’aspetto intellettuale e mondano dei personaggi che lo abitarono.
Il cardinale Latino Orsini (1416-1477) favori` le lettere e la filosofia creando, nel palazzo, il centro di scambi culturali cui parteciparono uomini come Bartolomeo Sacchi (1421-1481), detto il Platina e Lorenzo Valla (1407-1457).
Nel palazzo, Sisto IV (Francesco Della Rovere – 1471-1484) fece visita al cardinale morente, ratificandone il testamento e accordando il riconoscimento del figlio naturale Paolo Orsini (+1503) come erede e prosecutore del ramo di Lamentana e Amatrice della linea del Monte.
Gli fece seguito il  cardinale Giovan Battista Orsini (1450-1503), figlio di Lorenzo Orsini (+post 1448), della linea di Monte, ramo di Monterotondo, che fu all’origine degli archivi della famiglia Orsini.
Nel dicembre del 1485, un forte attacco alla casa fortificata di Monte Giordano, perpetrato dagli armati al seguito dei cardinali Giovanni Battista Savelli (1422-1498), Giovanni Colonna (1456-1508) e Giuliano Della Rovere (1443-1513), futuro papa Giulio II (1503-1513), mise a sacco il palazzo e “…introrno a Monte Giordano, sachegiorno ogni cosa, et misero foco et fecero sachegiare certe casette di lato” e “fu veduto Monte Giordano abrugiare”.
Questa battaglia era la conseguenza dell’alleanza tra gli Orsini ed il re di Napoli, Ferrante di Aragona (1458-1494), contro il papa Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo – 1484-1492) che, per consiglio del cardinale Giuliano della Rovere, aveva appoggiato i Baroni napoletani fedeli agli Angioini.
La guerra contro Napoli (1485-1486) aveva visto Gentil Virginio Orsini (1445-1497) di Napoleone (+1480), della linea di Monte, ramo di Bracciano, alla testa dell’esercito del re Ferrante d’Aragona, incarico che lo porto` ad operare fuori dalla citta` di Roma. L’incendio del palazzo di Monte Giordano fu, quindi, una vendetta di Innocenzo VIII contro il casato Orsini che gli si era rivoltato contro.
Con l’elezione al soglio pontificio del cardinale Rodrigo Borgia (1431-1503), con il nome di Alessandro VI (1492-1503), inizia un altro periodo di sofferenza per la casa Orsini, ed in particolare per il palazzo di Monte Giordano.
Paolo Orsini [figlio naturale del cardinale Latino Orsini (1416-1477), linea di Monte, ramo di Lamentana-Amatrice] e Francesco Orsini (+1503), duca di Gravina [figlio di Raimondo (+1488), linea di Monte, ramo di Gravina], furono militarmente impegnati a contrastare le mire del duca Cesare Borgia (1475-1507), detto il Valentino, figlio illegittimo di Alessandro VI, che voleva costituirsi in Romagna un proprio principato “manu militari”.
I due Orsini, insieme ad altri capitani dopo aver vinto sul campo di battaglia (battaglia di Calmazzo), per la difesa di Urbino, furono trucidati grazie all’inganno teso dal Valentino, noto come “tradimento di Senigallia”.
Il palazzo di Monte Giordano fu attaccato dagli sgherri del Valentino e fu “votado ... e portato a Palazzo (Vaticano) il tutto, fin a la paja (paglia)”. Il valore sottratto, per la sola argenteria, fu calcolato a 10.000 ducati.
Alla morte di Alessandro VI, la vendetta degli Orsini, guidata da Fabio Orsini (1476-1504), figlio di quel Paolo trucidato a Senigallia, si rivolse agli spagnoli che si erano installati intorno alla residenza del cardinale Rodrigo Borgia (vedi via e Piazza Sforza, nelle foto, palazzo Sforza Cesarini – Parione), a Roma, gia` nel periodo del suo Vice-cancellariato.
La vendetta fu diretta piu` al recupero di beni che alla vita delle persone, dato che, alla fine, ci furono solo tre morti.
Nella vendetta degli Orsini va annoverato, anche, il ratto di Isabella Borgia (1467-1547), figlia del cardinale Rodrigo Borgia, et della sua figliola, come affronto simbolico, dato che “…non gli fu fatto mancamento nisciuno, per farli quella vergogna alla figlia di Papa Alisandro”.
Quanto al palazzo di Monte Giordano, anche se deturpato da tante controversie, esso rimaneva sempre un simbolo per la famiglia Orsini ed era composto di tanti edifici quanti i rami della linea del Monte: i
duchi di Bracciano, i conti di Pitigliano, i signori di Marino e di Monterotondo.
Dopo il Sacco di Roma del 1527, gli Orsini abitarono con discontinuita` il Monte Giordano ed ospitarono personaggi di spicco dell’epoca come (1549) il card. Ippolito d’Este (1509-1572); Maurizio di Savoia (1593-1657);   Torquato Tasso (1544-1595) e suo fratello Bernardo.
Nel 1688, per gravi debiti assunti dal duca di Bracciano, Flavio Orsini (1620-1698), il palazzo fu venduto ai Gabrielli, famiglia originaria di Gubbio, presente a Roma dal X secolo.
I Gabrielli, imparentati con i Bonaparte per il matrimonio (1815) di Mario Gabrielli con Carlotta Bonaparte (1795-1865) e (1856) del loro figlio Placido (1832-1911) con Augusta Bonaparte (1836-1900), ricevettero nel palazzo il card. Luciano Bonaparte (1828-1895), che vi resto’ fino alla morte,
l’imperatore Napoleone III (1808-1873), e Gioacchino Belli (1791-1863).
Nel 1888 il Monte passo’ ai Torlonia che lo posseggono ancora.

Blutop