Via del Consolato (R. V – Ponte) (da Corso Vittorio Emanuele II a Piazza dell'Oro)
La via ha assunto questo nome perché, per concessione di Leone X (Giovanni de´ Medici - 1513-1521), Consoli e Consiglieri della nazione Fiorentina vi avevano gli uffici. Essi avevano giurisdizione sui nazionali residenti in Roma e per i quali esistevano apposite carceri. Leone X, con bolla del 10 settembre 1519, stabilì che i consiglieri ed i vari ufficiali non potessero essere arrestati se non alla presenza del Console e di uno dei Consiglieri, escluso il delitto di lesa maestà.[1].
Nella strada v’era il palazzo Altoviti che accolse nel ‘500 i fuoriusciti fiorentini, i grandi artisti del rinascimento e le loro opere [2]; il palazzo dei banchieri Bini e l’altro, il più bel palazzo del ‘700 di questo rione, dei Panvini-Rosati. I primi due sono stati demoliti, nel 1888, per la costruzione di Corso Vittorio Emanuele II e la sistemazione degli argini del Tevere.
____________________ [1] ) Innocenzo XII (Antonio Pignatelli - 1691-1700) li abolì e lasciò solo il notaio.
[2] ) Gli affreschi del Vasari, distaccati dallo studiolo di Bindo Altoviti che s’apriva sulla loggia che guardava il Tevere, sono stati ricomposti da Federico Hermann in una saletta del palazzo Venezia.
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