Fu chiamata così per la compagnia degli acquaioli che la possedeva e che, fino al XV secolo, fu molto potente. La suddetta chiesa di Sant’Andrea aveva, nel portichetto, un’immagine della Vergine; della quale si narra che: “Colpita da un sasso (o da 3 colpi di stiletto) di un sacrilego giocatore, spicciasse sangue”. Il pontefice Sisto IV (Francesco Della Rovere - 1471-1484) vi si recò in processione con il clero e col popolo e fece voto di erigere un tempio dall’appellativo di quella Madonna detta “della Virtù” che si trova oggi sull’altare maggiore della chiesa attuale, ma le conseguenze della congiura dei Pazzi (1478), che originarono una guerra generale fra i vari Stati della penisola, ritardarono l’inizio dei lavori. Solo nel 1482, Baccio Pintelli (1450-1492) fu incaricato della costruzione della chiesa, che il Pontefice intitolò poi a Santa Maria della Pace, nel 1484. La chiesa, parrocchia già di Sant’Andrea de Acquarenariis, fu affidata (1483) ai Canonici Regolari Lateranensi, che finalizzarono la costruzione del monastero nel 1487, con l’appoggio del cardinale Oliviero Carafa (1430-1511), che aveva già contribuito ampiamente all’edificazione della chiesa. Sisto V (Felice Peretti - 1585-1590) elevò la chiesa di Santa Maria della Pace, a Titolo cardinalizio, nel 1587 (e lo è tuttora). Alessandro VII (Fabio Chigi - 1655-1667) restaurò la chiesa e il convento, tra il 1656 e il 1667, ad opera di Pietro da Cortona (1596-1669), che realizzò il portico colonnato della chiesa, e del Bramante(1444-1514), che costruì il convento con il chiostro, mentre nell'interno lavorarono Michelangelo (1475-1564), Raffaello (1483-1520) e ancora, Baldassarre Peruzzi (1481-1537); Girolamo Sciolante da Sermoneta (1520-1580); Marcello Venusti (1515-1579) su disegno di Michelangelo. Seguirono poi altri lavori di Carlo Maderno (1556-1629) e Carlo Maratti (1625-1713). La “Repubblica Napoleonica” (1798-1799) espulse i canonici del Laterano dal complesso, e dopo il 1815, Pio VII (Barnaba Niccolò Chiaramonti - 1800-1823) vi stabilì l’Ordine Domenicano, ma, già nel 1823, la chiesa perse il ruolo di parrocchia e venne officiata dal clero diocesano. Il convento divenne “Scuola dei seminaristi diocesani” e, nel 1832, entrò a far parte dell’Università pontificia della Sapienza.
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