Dopo tutti questi spostamenti della lapide ci si chiese, nel 1915, dove fosse la salma del defunto e, nella ricerca, si identificò il corpo del Beato Angelico comparandone il teschio con un calco del volto in marmo. La lapide, restaurata e protetta da una recinzione con piccole colonnine in bronzo cordonate, fu dunque rimessa a terra, dove era primitivamente, sulla parte sinistra del vestibolo dell’uscita posteriore della chiesa, in corrispondenza del sepolcro. La dedica originale fu posta sulla parete corrispondente (NON MIHI SIT LAVDI QVOD ERAM VELVT ALTER APELLES/SED QVOD LVCRA TVIS OMNIA CHRISTE DABAM/ALTERA NAM TERRIS OPERA EXTANT ALTERA CAELO/VRBS ME IOANNEM FLOS TVLIT ETRVRIAE). La dedica è attribuita a Lorenzo Valla (+1457). (Il testo tradotto si può leggere sotto l’ingrandimento) In occasione della beatificazione di fra’ Giovanni da Fiesole, iniziata nel 1955 e finalizzata nel 1982, fu di nuovo visitato il sepolcro (1958) ed aperto un arco di comunicazione con la cappella Frangipane (di S. Maria Maddalena) nella parete a fianco della lapide che, questa volta, fu posta sopra una base di marmo, sempre protetta dalla recinzione bronzea. Le dediche furono spostate sulla parete contigua nella cappella Frangipane. Giovanni Paolo II (Karol Wojtyła – 1978-2005) visitò la chiesa per celebrare la sua beatificazione e per confermare l’elezione del Beato Angelico a Patrono Universale degli Artisti, nel 1984. (fonte: A. L. Genovese, Monumenta: Memoriali di Artisti nelle Chiese di Roma, Roma 2024)
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