Il cardinale che voleva dedicare la cappella al Santo Crocifisso, ne aveva commissionato uno di bronzo a Prospero Antichi di Brescia (morto nel 1599). Il crocifisso arrivò dopo la morte del porporato e fu, poi, trafugato nel XVII secolo. Ma il porporato morì prima della fine dei lavori e ne soffrì la preparazione della cappella che fu interrotta, pur avendo lasciato il Della Porta il disegno dell’ altare e del paliotto. Si poté, invece, procedere con la sepoltura del corpo di Sant’Ignazio in un’urna di bronzo dorato posta sotto l’altare, opera di Alessandro Algardi (1595-1654), donata (1637) da una devota del Santo, tale Francesca Giattini. Il generale del momento, padre Tirso Gonzales (1687-1705), dette mandato al fratello Carlo Mauro Bonacina di amministrare i fondi destinati alla cappella ed al fratello Andrea Pozzo (1642-1709) di procedere all’esecuzione del suo progetto quale era stato prescelto dopo un concorso tra numerosi artisti. I lavori furono eseguiti tra il 1695 e il 1699. La balaustra fu progettata da fratello Pozzo ed eseguita da Pier Le Gros (1666-1719). La mostra dell’altare, composta da quattro colonne scanalate e rivestite di bronzo dorato e lapislazzuli, fu realizzata da Andrea Bertoni, su disegno di fratello Pozzo, cui è attribuito anche l’altare.
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