La famiglia dei Sanguigni, potente famiglia romana dal XIII secolo, presente in Ponte fino al XVI secolo ed estinta nel XVIII secolo, era famiglia di parte ghibellina. Un suo membro, Riccardo Sanguigni , alleato dei Colonna, fu fatto decapitare (sembra ai piedi della torre) da Paolo Orsini (1369-1416), nel 1406, dopo essere stato sconfitto nella guerra di Ladislao, re di Napoli (1386-1414). La torre, quadrangolare è costruita con blocchetti di tufo e laterizio e presenta ancora, sulla cima, dei doppi anelli in travertino che servivano ad esporre gli stendardi del partito dei proprietari e della loro famiglia. La torre fu ricoperta di graffiti oramai scomparsi. Le finestre che si vedono oggi sono state aperte quando la torre fu inglobata nei palazzi limitrofi (XV-XVI sec.) poi soprelevati nel XVIII secolo tanto da uguagliare l’altezza della torre. All’inizio del XVI secolo, quella parte di Ponte diviene un’area fortemente movimentata per il fatto (questa volta in positivo) di trovarsi sul percorso della via “Recta” ed ebbe, come conseguenza, quella di divenire una zona commerciale. Alla base di Tor Sanguigna si trovava infatti una “Spezieria”, quando ancora nella Torre abitava un Domenico Sanguigni, (Conservatore di Roma nel 1516) e nel 1509 è registrata una vendita del negozio di Costanza, vedova di Matteo da Bologna, agli speziali “Fabritius quondam Francisci e Antonius quondam Pauli Petri”, senesi, per il prezzo di 100 ducati. In quella parte di Ponte vennero poi ad installarsi un certo numero di cortigiane tra cui è rimasta famosa una certa “Matrema nun vôle“ (mamma non vuole) che, si dice, prima dei dodici anni, così rispondesse ai clienti della madre.
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