Per gratitudine elettorale, Alessandro VI (Rodrigo Borgia – 1492-1503) passò la proprietà del palazzo e la carica di vice-cancelliere, al cardinale Ascanio Sforza (1455-1505). Nel 1517, la sede della Camera Apostolica fu spostata, da Leone X (Giovanni de´ Medici – 1513-1521), in via del Pellegrino, ed il nostro palazzo si chiamò allora “della Cancelleria vecchia”. La proprietà restò, praticamente, sempre agli Sforza, tranne tra il 1535 e il 1536, periodo nel quale la proprietà fu avocata dalla Camera Apostolica, fino a che Paolo III (Alessandro Farnese – 1534-1549) riconsegnò definitivamente il palazzo alla famiglia Sforza. I Cesarini, antica famiglia romana, si estinsero con Livia Cesarini (1646-1711), ultima superstite, la quale, sposando Federico Sforza (1651-1712), nel 1672, fece confluire il suo nome in quello degli Sforza, di modo che, per vincolo matrimoniale, gli eredi assumessero il cognome Sforza-Cesarini. Gli Sforza Cesarini fecero ristrutturare il palazzo, nel 1730, per opera dell’architetto Pietro Passalacqua (1690-1748), di cui è rimasta la facciata settecentesca in via dei Banchi Vecchi. La facciata su Corso Vittorio Emanuele II, è il risultato della creazione del Corso, nel 1888, per cui il palazzo dovette essere in parte demolito e la facciata ricostituita, ad opera dell’architetto Pio Piacentini (1846-1928).
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