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Alla fine del XV secolo vi abitò il cardinale Ascanio Sforza (1455-1505) ed il figlio di Bernardino, il cardinale Giovanni Domenico De Cupis (1493-1553), che, nel 1520, effettuati opportuni acquisti di case limitrofe, appartenute agli Ubaldi, ai Cesarini, ed alla chiesa di Santa Maria dell’Anima, le inglobò in un unico fabbricato, affrescato sulla facciata principale su piazza Navona (due vicoli separavano la proprietà De Cupis da queste nuove acquisizioni, di cui uno fu incamerato nel palazzo). Delle numerose botteghe del palazzo ve ne furono di librai e stampatori, tra cui quella degli eredi di Giovan Giacomo de Rossi (+1639), intorno al 1640. Nel ´600, il decadimento patrimoniale della famiglia, “per estinguere i debiti fatti da Girolamo”, costrinse i De Cupis, in un primo momento, ad affittare il palazzo a numerose personalità, tra ci: ai cardinali: Carlo Carafa (1515-1561), fatto strangolare da Pio IV (Giovanni Angelo Medici - 1559-1565) in castel Sant’Angelo, Giovanni Francesco Gambara (1533-1587), nominato da Pio IV, Giovanni Battista Castrucci (1541-1595) ed agli ambasciatori del Gran Ducato di Firenze e di Polonia, quindi a cederlo alla famiglia Ornani (nobile famiglia corsa), per lascito di un Francesco de Cupis, nipote di una Ornani, costretto all’esilio per delitti comuni nel 1683. Verso la fine del XVIII secolo, anche la famiglia Ornani conobbe forti difficoltà economiche ed il palazzo divenne condominio. Agli Ornani restò una buona parte del palazzo verso i Lorenesi "con due facciate principali, della via dell’Anima e piazza Navona". Fu qui che, in un vasto locale al pianterreno, gli Ornani adattarono, verso il 1780, un teatro di marionette che, benché frequentato anche da persone eminenti, riuscì ostico all’abate Giannini (+ 1829), di costumi severi, della vicina chiesa di San Nicola dei Lorenesi (Vedi Via di S. Maria dell’Anima - Parione). Gli Ornani restarono comunque proprietari di gran parte del palazzo fino ai primi dell’800, quando la marchesa Clelia Ornani de Cupis, vedova del principe Vera d'Aragona, ne vendette una parte a un certo Francesco Fiorini, ma gli eredi della marchesa, la duchessa Lucia Vera d’Aragona, e Luigi Vera d’Aragona, impugnarono la vendita davanti alla Sacra Rota, che la annullò. Nel 1817, l’avvocato rotale, Giovanni Battista Tuccimei, acquistò gran parte del primo piano e la parte commerciale del piano terra, come magazzini, negozi e rimesse. I suoi eredi acquistarono la rimanente parte del palazzo, che tornò a proprietario unico, i Tuccimei. Attualmente, il palazzo svolge attività alberghiera.
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