I Manfroni, lo ebbero fino al XIX, per poi rivenderlo (1835) a Matteo Lovatti (1769-1849) che, risalito nella scala sociale romana fino a ricevere dal Pontefice l'Ordine di S. Silvestro della Milizia Aureata e dello Speron d'Oro, cercava una dimora adeguata al suo nuovo rango. Intorno al 1875, la stella dei Lovatti essendo oramai al tramonto, gli eredi di Matteo Lovatti rivendettero il palazzo alla Banca Romana. Nel 1881, il palazzo fu in parte demolito sul fronte del nuovo Corso Vittorio Emanuele II. Nella ricostruzione, a filo del Corso Vittorio, dovuta a Ciriaco Salvatori, la facciata posteriore e la laterale furono conservate, per cui portano ancora, sull’architrave delle finestre, il nome del primitivo fondatore.
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