Il cardinale, noto mecenate del suo tempo, si attorniò di nomi prestigiosi nel campo dell’arte della poesia e della musica e curò attivamente il suo teatro che divenne uno dei più celebrati di Roma. Le scenografie furono curate da Filippo Juvara (1678-1736), dallo scultore Lorenzo Merlini (1666-ante1745) dal pittore Sebastiano Conca (1680-1764) e dal decoratore Giovan Battista Oliviero (operativo nella prima metà del XVIII secolo). Arcangelo Corelli (1653-1713) ne fu il direttore artistico dal 1689 al 1713, che collaborò con Alessandro Scarlatti (1660-1725) del quale venne eseguito l’oratorio “Per la passione di nostro signore Gesù Cristo”, nel 1709, e i drammi “Giunio Bruto”, nel 1709 e il “Ciro”, nel 1712. Faceva parte della corte del cardinale il soprano Andrea Adami (1663-1742) che ne era uno stretto collaboratore, in particolare per la messa in scena di due spettacoli: il “Costantino Pio” (1710) e il “Teodosio il Giovane” (1712), su libretto dello stesso cardinale, messi in musica rispettivamente da Carlo Francesco Pollarolo (1653-1723) e da Giovan Battista Costanzi (1704-1778).
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