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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via Tor de Conti - La Torre dei Conti (4)

Dopo l’elevazione al soglio pontificio di Innocenzo III (Giovanni Lotario dei Conti di Segni -1198-1216), nel 1203, fu incrementata la primitiva fortificazione e realizzata la Torre (si crede ad opera di Marchionne Aretino di cui si parla anche per la Torre delle Milizie) a spese dei materiali di rimpiego presi dai templi di Cesare, Nerva e dal “Templus Telluris” (collocato dalla letteratura nei pressi delle Carine). I lavori terminarono nel 1216, anno della morte di Innocenzo III.
La famiglia dei Conti che si divideva in Conti di Tuscolo, Segni e Poli, abitava le pendici del Quirinale. Dal testamento del cardinale Giovanni dei Conti di Segni (+1213) si deduce che le dimore dei Conti fossero concentrate dai Mercati di Traiano alla Torre dei Conti.
La torre si sviluppava in tre settori che si innestavano a cannocchiale uno sull’altro per un’altezza tra i 50 e i 60 metri contro i 26 attuali.
Il basamento era a pianta quadrilatera irregolare ed aveva nella parte più bassa un rivestimento a fasce alternate in selce e in marmo tipico delle costruzioni legate alla famiglia Conti.
La Torre era rivestita in travertino utilizzato, nel 1561, per l’edificazione di Porta Pia.
Tuttavia, papa Innocenzo III, che aveva finanziato i lavori con i fondi della Chiesa, intestò la proprietà della Torre a suo fratello Riccardo dei Conti di Segni.
Tra il 1203 e il 1205, la Torre passò di proprietà del Senato romano. Il popolo se ne impossessò sotto la guida di Giovanni Capocci, senatore unico, nel quadro delle lotte tra la media nobiltà (accompagnata dalla borghesia ricca e dal popolo) e le famiglie dei baroni (Orsini, Annibaldi, Colonna, Conti e Savelli). Ancora nel 1337 il Petrarca, in visita a Roma scriveva: “Quì si sta sempre in sull’armi…Odi il notturno gridare della scolte sulle mura; odi le voci che da ogni parte chiamano alle armi…”.
Nel 1205, la Torre tornò di proprietà della famiglia Conti per intervento imperativo di Innocenzo III e fu restaurata nel 1209.
La Torre subì gravi danni per scosse di terremoto, nel 1231 e nel 1348, quando crollò la sommità della Torre (ancora subì danni per i terremoti del 1630 e del 1644).
La diffusione delle armi da fuoco fece perdere la capacità di difesa alle torri dell’epoca, così fu per la Torre delle Milizie e per la Torre dei Conti.
L’ultimo restauro effettuato sulla nostra Torre, effettuato a scopo ornamentale piuttosto che bellico, risale alla seconda metà del XV secolo. In quella occasione Antonio da Sangallo il giovane (1484-1546) fu chiamato a disegnare l’ingresso principale della Torre, oggi non più visibile perché situato nella parte interrata della Torre.
Dopo il XVII secolo, fino al XIX, a causa del mutato quadro politico e delle nuove tecniche di difesa/offesa, la Torre, oramai inutile per una eventuale difesa, fu utilizzata per deposito di fieno e di carbone.
Dal 1870, con Roma Capitale, l’afflusso di persone da tutt’Italia comportò un problema di alloggio e la corsa a realizzarne ogni dove. Intorno al 1880 Vincenzo Nicolini aveva costruito un enorme palazzo, accanto alla Torre dei Conti, proprio sopra l’arco dei Pantani e nel 1885 aveva acquistato la Torre dei Conti dall’ingegner Francesco Mora, cui era stato rifiutato un progetto di demolizione e di ricostruzione in stile medievale della Torre. Il Nicolini trasformò gli interni della Torre per civile abitazione.
Nel 1932, il Governatorato di Roma predispose la costruzione di via dell’Impero (oggi via dei Fori Imperiali) e nel 1934 iniziò a preparare i monumenti, prospicenti la via che, nelle intenzioni del Regime, dovevano illustrare la via a guisa di quinte cinematografiche.
Così il falso muro che, dalla via dei Fori, nascondeva (e nasconde) la vista delle casupole di via del Colosseo; la gradinata che “aggiustò” il giardino di villa Rivaldi, amputato dalla nuova via dell’Impero ed, in fine, la Torre dei Conti liberata da tutte le costruzioni di epoca medievale (e del palazzo Nicolini) che vi si appoggiavano e modificata a fantasia dal “restauro” di Antonio Muñoz (1884-1960) che ci ha reso una torre, già modificata a scopo residenziale nel XIX secolo, diversa dall’originale di cui si è persa ogni traccia. Se si volesse capire l’aspetto originale della torre si dovrebbe forse guardare a quella delle Milizie (attribuita allo stesso autore, Marchionne Aretino) che è rimasta fedele alle sue origini almeno nel paramento esterno.
Nel 1937, la Torre fu donata da Mussolini alla Federazione Nazionale Arditi d'Italia che vi rimasero fino al 1943. Nel 1938 il salone del tempio della Pace (oggi nei sotterranei) fu adibito a mausoleo del comandante degli arditi Alessandro Parisi (+1938).
Oggi ospita delle Associazioni e degli uffici comunali.

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