RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton

STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_Urbana-Teatro_Manzoni_al_n_152

All’altezza del palazzo al n. 152, durante gli scavi di ristrutturazione dell’edificio (2016), è stata trovata la struttura di un’“insula” romana del II, III secolo d.Ch. che aveva una serie di magazzini prospettanti il Vicus e almeno due piani che si sono conservati. L’insula è rappresentata in uno dei frammenti ritrovati della “Forma Urbis” dell’imperatore Settimio Severo (163-211).
Nella seconda metà del XVII secolo, sopra le rovine romane fu edificato un palazzo a scopo residenziale.
Durante gli scavi, in alcuni ambienti delle cantine del palazzo, è stato individuato il laboratorio artigiano, della fine XVIII secolo, di Giovanni Trevisan (1735-1803), detto il Volpato, che è stato l’iniziatore delle riproduzioni in scala delle statue romane più conosciute, da vendere al turista del “Gran Tour” al prezzo, non modico, di 6 zecchini. Durante gli scavi sono state rinvenute alcune matrici in gesso di queste riproduzioni e anche alcuni oggetti finiti, oltre a molti vasi in “biscuit” (tecnica della porcellana cinese).
Nel 1876, due impresari, Belloni e Mazzoli, realizzarono nell’edificio il Teatro Manzoni, capace di 1200 posti, di cui non resta che la facciata del palazzo del XVI secolo e la pensilina del teatro in stile “liberty”, in ferro battuto.
L’intenzione degli impresari fu quella di costruire un teatro a vocazione popolare, in quel momento unico a Roma, nel pur nutrito numero di teatri romani che, però, era rivolto ad un pubblico formato da borghesia e nobiltà, notoriamente più facoltoso.
Il Teatro aveva una vasta platea, un ampio palcoscenico, due ordini di 23 ampi palchi ciascuno, una galleria ed un loggiato.
Il sipario venne dipinto da Prospero Piatti (1840-1902), mentre il soffitto, le quinte e le scene dallo scenografo Alessandro Bazzani (1846-1911).
Per la sua inaugurazione, il 16 novembre 1876, fu messa in scena l’opera “I Lombardi” di Giuseppe Verdi.
Il teatro ospitava l’opera lirica, ma anche l’operetta, commedie musicali e la prosa, presentando una vasta panoplia di compagnie teatrali, ben accette al pubblico.
Intorno al 1890, il teatro cambiò impresari e i romani Alessandro Betti e Ireneo Nocchi subentrarono ai precedenti impresari milanesi, introducendo anche lo spettacolo delle marionette.
Nel 1896, l’impresario Achille Mauri (1868-1914) introdusse nel teatro la “Compagnia Stabile della Città di Roma” che riscosse molti successi, ma che, inspiegabilmente, nel 1910 dette la sua ultima rappresentazione con “L'Aiglon” di Edmond Rostand (1868-1918).
Nel 1897, erano iniziate delle proiezioni cinematografiche, complementari allo spettacolo teatrale, dove venivano presentati una serie di cortometraggi del tipo: “Bagno dei Sudanesi; Piazza della Bastiglia; Miss Jenni coi suoi cani ammaestrati, ecc.”, con grande successo di pubblico, attirato dalla novità.
Tra il 1930 e il 1960, il teatro, che pur vide l’esordio di grandi attori come Ettore Petrolini (1884-1936), Leopoldo Fregoli (1867-1936), Anna Magnani (1908-1973) e Peppino De Filippo (1903-1980), per ragioni di economia, ingaggiò compagnie di second’ordine che portarono al declino del teatro ed a periodi di chiusura.
Nel 1962, il teatro fu adattato ad ospitare le rotative del quotidiano romano “Il Messaggero” che vi restò fino al 1999.
Passarono alcuni anni durante i quali il palazzo rimase inabitato, poi nel 2016, inizia la ristrutturazione dell’edificio per creare appartamenti di lusso, con il vincolo di lasciare intatta la facciata seicentesca e la pensilina del “fu Teatro Manzoni”.

Blutop