Il ciborio del Fuga sostituì quello del 1453 che fu demolito e che era stato promosso dal cardinale arciprete della basilica (1443-1462) Guillaume d’Estouteville (1403-1483), durante il pontificato di Niccolò V (Tommaso Parentucelli 1447-1455), opera di Mino da Fiesole (1429-1484). Alcuni riquadri marmorei dell’antico ciborio fanno bella mostra nell’abside, subito sopra i seggi più alti del coro. Il ciborio che vediamo oggi, quello di Ferdinando Fuga, è composto da quattro colonne corinzie di porfido rosso, che sorreggono un baldacchino con l’insegna dei papi (il triregno con le chiavi incrociate) rivolta verso la navata. Le fronde di palma in bronzo dorato che si avvolgono sulle colonne furono aggiunte da Giuseppe Valadier (1762-1839) nel 1823. Nel 1932, furono tolti i quattro angeli che coronavano il ciborio, opera di Pietro Bracci, perché fu ritenuto che impedissero la piena visuale del catino dell’abside che contiene il grande mosaico di papa Sisto III (432-440). Gli angeli sono oggi conservati nella loggia delle benedizioni.
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