Ottenere una diocesi con i suoi benefici per mutarla, dopo pochi mesi, con un’altra più “vantaggiosa” lo portarono: da Todi (1523) a Cervia (1545), da Caserta (1549) a Volturara e Montecorvino (1550), da Cremona (1551) a Palestrina (1560), per arrivare, in fine a quella, la più importante, di Porto (1564). Inutile dire che il cumulo di questi benefici e di quelli derivanti dal governo centrale portarono il cardinale ad arricchire sé stesso e tutta la sua famiglia. Federico Cesi fu creato cardinale da papa Paolo III (Alessandro Farnese – 1534-1549) nel 1544. L’apprezzamento dei suoi contemporanei venne espresso, più che per le sue ricchezze, per la serietà ed il rigore del suo carattere e per la magnanimità delle sue azioni. Fu soprattutto ammirato per la sua collezione di statue antiche e per le realizzazioni artistiche da lui promosse. Alla sua morte, il nipote, vescovo Angelo Cesi (1530-1606), promosse il suo monumento funebre ad opera di Guidetto Guidetti (+1564), terminato da Giacomo della Porta (1532-1602), mentre la figura del cardinale disteso è attribuita a Guglielmo della Porta (c.1515-1577).
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