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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza di S Gregorio - Chiesa di S Gregorio al Celio - Portico Monumento (6)

DEO  MAX  SACR
ANTONIVS ET MICHAEL BONSIS FRATRES NOBILES
FLORENTINI HOR VVLTUS ADSPICE FORTES IN
ADVERSIS CONTRA NON FIDENTES SEDEM PERP
REQVIETIS VIVI SIB POST Q. POS
ET DE SE DVM TAXAT ANNI L IVSTOR MEMORIAM
PER CONFRATRES.....................ET MARIAE
GRATIAR ET CONSOL HABEND COERAVERE
MICHAEL EXCOGITAVIT AN AG XXXV ALTER
QVAMVIS NATV MAIOR AN XI CVIVS PRIMAE
ERANT ADSENSVS EST

Segue testo:

Avendo raggiunto, attraverso  questo commercio,  una discreta fortuna, Antonio arrivò a maritarsi (1483) con Lisabetta Strozzi, del ramo di Filippo di Pagno, ed ebbe almeno due figli: Agnolo, poi frate dei minori osservanti di San Salvatore a Firenze e Michelangelo (figlio naturale).
Michele, più giovane di Antonio di circa 11 anni, si maritò con una non meglio identificabile Ginevra, intorno al 1515, ed ebbe tre figli: Giovanni Battista, Agostino e Bartolomeo (+c.1580). Quest’ultimo ebbe, a sua volta, tre figli: Marcantonio (†1638), alla cui morte il ramo della famiglia si estinse, Alfonso e Michele (1562 –1623), francescano osservante e vescovo di Ravello tra il 1617 e il 1623.
Posto che “la pubblicità è l’anima del commercio”, i due fratelli cercarono ogni mezzo utile per mettersi socialmente in mostra. Tra questi mezzi videro utile l’associazione ad importanti Confraternite: per Antonio l’adesione, dal 1496, alla Compagnia della Pietà dei fiorentini e per Michele a quella dell’Arciconfraternita dei fiorentini dal 1496 al 1510.
Anche la sistemazione della cappella di famiglia in San Gregorio al Celio e l’erezione di un cenotafio nella cappella stessa (quella conosciuta come cappella di San Gregorio) per ambedue i fratelli ancora viventi, fu ancora una operazione di promozione sociale.
Intorno al 1496, i fratelli figurarono già come amministratori degli interessi di Raffaele Sansoni Riario Della Rovere (1460 –1521), cardinale di San Giorgio e arcivescovo di Pisa.
Sia il paliotto dell’altare della loro cappella (vedi l’album “Chiesa di San Gregorio – Interno” – Monti), sia il cenotafio sono reputati, da alcuni, della mano dello stesso autore, Luigi Capponi da Milano, altri credono che l’attribuzione sia ancora incerta e tutta da dimostrare sulla base di prove documentali piuttosto che stilistiche.
Nel 1725, i lavori di ristrutturazione interna della chiesa fecero si che il cenotafio fosse spostato dalla cappella Bonsi al chiostro dove lo vediamo oggi.

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