RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton
RomanButton

STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_delle_Tre_Cannelle-Torre_delle_Milizie_01

I Goti, al tempo di Ricimero (405-472), durante le loro invasioni, nel 410 e nel 455, avevano apprestato i loro accampamenti, in una zona del Quirinale, come quella delle Milizie, che gravitava intorno alla chiesa di Sant’Agata (erano anche presenti sul Colle Celio).
Tra il 578 e il 582, sotto l’imperatore Tiberio Costantino (578-582), al fine di prevenire una possibile invasione longobarda, guidata da Faroaldo duca di Spoleto (?-c.592), si ipotizza, nel luogo della torre (sulla base dei testi), un acquartieramento bizantino, con difese in legno (dato che non se ne è trovata traccia).
A cavallo tra l’XI e il XII secolo, la nobiltà cittadina aveva iniziato a porre, a difesa delle residenze delle proprie “Famiglie”, una o più torri nelle quali rifugiarsi e difendersi dagli attacchi delle fazioni avverse. Nel XIII secolo Roma ne contava tra due e trecento, tanto da essere paragonata, nelle cronache del tempo, ad un campo di grano!
Tra queste torri si ha notizia, nel 1179, di una fortezza denominata “delle Milizie” che sarebbe appartenuta alla famiglia Frangipane.
Con l’elezione di Innocenzo III (Lotario dei Conti di Segni - 1198-1216), la famiglia Conti accrebbe il suo peso, nell’ambito della nobiltà romana, grazie al nepotismo del novello papa (cardinale dal 1190), che, durante il suo regno, creerà ben quattro cardinali tra i membri della sua famiglia.
Per l’insediamento della famiglia a Roma, Innocenzo III, aveva concepito la torre dei Conti (vedi piazza delle Carrette – Monti) e quella delle Milizie, facenti parte di un più vasto sistema di difesa delle residenze della famiglia.
Gregorio IX (Ugolino dei conti di Segni - 1227-1241), probabilmente, fece costruire la seconda (delle Milizie) o la fece completare, si crede,  da Marchionne d'Arezzo, architetto anche della Torre dei Conti. Il complesso fortificato delle  Milizie comportava delle mura di cinta merlate, difese da sei torri, dove la Torre delle Milizie era posta, al centro, come mastio del sistema difensivo.
Le due torri, dei Conti e delle Milizie, riunite ad una serie di altre torri lungo il crinale Sud-Occidentale del Quirinale, facevano probabilmente parte di una linea di difesa comune ai Conti, e alle famiglie associate, come quelle di Pandolfo della Suburra, senatore romano, fratello di Anastasio IV (Corrado della Suburra – 1153-1154), fedele di Innocenzo III, di Pietro d'Alessio, di Gildo Carboni (torre su via delle Tre Cannelle, passata poi ai Colonna) e quella di Giovanni di Gianquintello, detto “Carbone”, costruita nel 1223 (poi Del Grillo-1675), passata successivamente ai Conti, nel periodo della loro maggiore potenza.
Con l’avvento del governo dei “Boni uomini”, tra il 1252 e il 1258, capitanati da Brancaleone degli Andalò (bolognese - 1220-1258), Senatore unico e Capitano del Popolo, il regime comunale romano operò diverse operazioni di repressione dello strapotere delle famiglie baronali, sia guelfe che ghibelline, tra cui la presa in ostaggio di trenta “Baroni”, ritenuti a Bologna, e la decapitazione di diverse loro torri, tra cui quella delle Milizie.
La documentazione notarile e le fonti letterarie dell’epoca non consentono di tracciare con continuità la dinamica dei successivi proprietari della nostra torre.
Nel 1271, Crescenzio di Leone di Giovanni Giudice, imparentato con i Conti, lasciò, in testamento, la Torre delle Milizie al Monastero di San Gregorio al Clivo di Scauro.
Nel 1301, Riccardo Annibaldi “de Militis”, senatore di Roma, “cede” a Bonifacio VIII (Benedetto Caetani - 1294-1303), la Torre e le opere di difesa inerenti.
Dopo importanti opere di restauro la Torre venne affidata a Pietro Caetani (c.1245-1308), conte di Caserta, nipote di Bonifacio VIII, che da questa posizione dominava il fortilizio dei Colonna in Piazza SS Apostoli. Alla morte di Pietro, la torre passò ai suoi due figli: Loffredo e Benedetto.
Nel 1311 Ludovico di Savoia (c.1285-1349), senatore romano (1310-1312), in vista dell’arrivo a Roma dell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo, per la sua incoronazione ad imperatore del Sacro Romano Impero, confidò la Torre a Riccardo Orsini ed a Giovanni Annibaldi (?-1329). Questi, nel 1312, la consegnarono all’imperatore Enrico VII, che vi si stabilì, per contrastare le fortificazioni del Campidoglio in mano alla fazione guelfa (Roberto d’Angiò e la Lega guelfa) a lui ostile. Ottenuta l’incoronazione a imperatore, nella Basilica Lateranense, Enrico VII lasciò Roma, restituendo gli acquartieramenti delle Milizie ai Caetani.
Tra il 1319 e il 1320, i Caetani, temendo una appropriazione forzata da parte dei Colonna, passarono la torre a Carlo d’Angiò (1298-1328), duca di Calabria (figlio di Roberto d’Angiò -1277-1343, re di Napoli e senatore a Roma dal 1313 al 1328). Il duca la restituì ai Caetani nel 1320.
Nel 1322, Benedetto III Caetani (1270-1322), pronipote di papa Bonifacio, lascia in testamento la Torre al suo primogenito, Bonifacio Caetani (+1329), ed al Comitato Aldobrandino della Tuscia, legato ai Caetani per il matrimonio di Roffredo III Caetani (1270-1335), figlio di Pietro II (c.1245-1308), con Margherita Aldobrandesca, figlia del Conte di Soana, Aldobrandino Rosso.
Nel 1349, crollò il piano più alto della Tore delle Milizie, a causa del terremoto più violento verificatosi a Roma (fu danneggiata anche la Torre dei Conti). 
Giovanni Caetani (c.1320-post1370), figlio di Roffredo III, risulta essere l’ultimo proprietario “Caetani” della Torre delle Milizie, infatti la proprietà, si crede, rivenisse alla famiglia Conti.
L’interesse per il possesso della Torre si ridusse di molto con l’introduzione in Europa delle armi da fuoco (XIV sec.), infatti, per restare validi bastioni di difesa, le torri dovevano subire importanti lavori di rinforzo per far fronte a questo nuovo tipo di armi, ma la Torre delle Milizie fu lasciata nel suo stato iniziale.
Tra il 1417 e il 1431, sotto Martino V (Oddone Colonna – 1417-1431) la Torre e i suoi apparati di difesa risultano appartenere, per metà, ai Conti e, per l’altra metà, ai Colonna.
Da una sentenza del 1455, che impose il reintegro dei Colonna in quella parte che avevano occupato sotto il papato di Martino V, si può dedurre che i Conti, morto il papa Colonna, li avessero estromessi.
In quell’anno si segnala che Everso II degli Anguillara (c.1398-1464) si rifugiò nella Torre, accolto dai Conti, perché le sue case, in Trastevere, erano state saccheggiate e incendiate da Napoleone Orsini (c.1420-1480).
Nel 1481, i Colonna vendettero ai Conti la loro parte delle fortificazioni delle Milizie e la vasta famiglia Conti procedette a successive ripartizioni del bene tra i vari rami della famiglia, tra il 1473 e il 1546. Nel 1572, il complesso delle Milizie risulta ancora di proprietà di Girolamo e Federico di Stefano dei Conti di Segni.
Nel 1574, lasciato il monastero domenicano di S. Lucia a Firenze, dove si era rifugiata dopo la morte del marito (1562), Porzia Massimo (1536-1603), ottenne da Gregorio XIII (Ugo Boncompagni – 1572-1585) la cessione di un convento, esistente in loco (oggi lungo la salita del Grillo), fondato da Pio V (Antonio Maria Ghislieri – 1566-1572) nel 1568, ed il permesso di fondarne un nuovo. Al convento aggiunse un terreno limitrofo, adiacente il palazzo dei Conti alle Milizie, acquistandolo da Giovanni Battista Conti.
Nel 1619, le suore, necessitando di ulteriore spazio, acquistarono il palazzo dei Conti, con il giardino e la Tore delle Milizie [nel 1628, Urbano VIII (Maffeo Barberini - 1623-1644), farà costruire la chiesa di S. Caterina da Siena, su disegni di Giovanni Battista Soria (1581-1651)].
Le suore restaurarono più volte la Torre e, nel 1752, riempirono con pietre uno sprofondo che era stato un trabocchetto di difesa della fortezza, ma per gli adattamenti apportati, per le loro esigenze, cancellarono ogni aspetto medievale all’interno della Torre.
L’occupazione francese (1809-1814) comportò l’allontanamento  delle suore e l’impianto, nel convento, di una fabbrica di tabacchi.
Alla presa di Roma del 1870, seguirono gli espropri dei beni degli ordini religiosi e, quindi, anche del convento domenicano di Santa Caterina.
Agli inizi del ‘900, fu decisa la valorizzazione e l’isolamento della Torre delle Milizie, con la demolizione (1911-1912) degli edifici circostanti, che si erano accumulati nel corso dei secoli.
Oggi la torre fa parte del Museo dei Mercati Traianei.

Blutop