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Il monastero limitrofo fu fondato all’inizio del XIII secolo ed era tenuto da suore Domenicane del monastero di San Sisto Vecchio sull’Appia. Il monastero venne allora chiamato di “San Sisto Nuovo”. Pio V (Antonio Michele Ghislieri – 1566-1572), domenicano, iniziò la ricostruzione della chiesa e del convento, nel 1569, dandone incarico a Giacomo della Porta (1532-1602). I lavori del convento, che fu integrato da frati Domenicani, terminarono nel 1575, mentre quello della chiesa ebbe termine nel 1663, ciò che richiese l’avvicendarsi di numerosi architetti. I frati domenicani iniziarono, tra l’altro, a portare assistenza spirituale alle monache domenicane del convento dirimpettaio di Santa Caterina da Siena, iniziato, dal 1574, da Porzia Massimo (1536-1603) (vedi Piazza Magnanapoli – Trevi). Il convento e la chiesa assunsero allora l’attuale nome di “San Domenico e Sisto”. Il primo architetto, Giacomo della Porta (1532-1602), dopo una fase progettuale assai travagliata, anche per l’ostilità con la quale Gregorio XIII (Ugo Boncompagni – 1572-4585) guardava al progetto, portò a termine il presbiterio e il campanile e, si crede, abbia iniziato la navata, lavorando tra il 1587 e il 1593. Dopo una sospensione dei lavori, seguita dalla morte del Della Porta, troviamo Nicola Torriani (ante1568-1636), che tra il 1603 e il 1636, esegue la parte inferiore della navata, ma, si pensa, si sia occupato anche della sua parte alta e della base della facciata, dato che, Carlo Maderno (1556-1629) è incaricato, nel 1628, delle due statue, di San Tommaso d’Aquino e di San Pietro da Verona, poste nelle nicchie inferiori della medesima (le statue dei due santi Benedetto e Sisto II, per il livello superiore, saranno eseguite più tardi da Marcantonio Canini – 1622-post1669). Orazio Torriani (1578-1657), che aveva già collaborato con il fratello Nicola negli anni precedenti (dal 1633), assunse la direzione dei lavori alla sua morte, dal 1636 fino al 1641. Si pensa si debba a lui la scalinata dell’ingresso. (Alcuni la attribuiscono ai Della Greca, padre e/o figlio). Di seguito intervenne Giovanni Battista Soria (1581-1651), cui, con qualche dubbio, si attribuisce il disegno della facciata, probabilmente in collaborazione con Vincenzo Della Greca (1592-1661), che operò sulla parte alta della facciata tra il 1651 e il 1661, sostituito, alla sua morte, dal figlio Felice Della Greca (1625-1677). Nel 1873, lo Stato Italiano espropriò il convento, per farne una scuola statale dal 1873 al 1923. L’anno successivo (1874), i lavori di sistemazione della via Nazione comportarono un notevole abbassamento delle quote di Largo Magnanapoli e conseguentemente di via Panisperna, dove, in corrispondenza del lato sinistro della chiesa, si rese necessaria la costruzione di un’imponente muro di sostegno, per contenere lo scavo e l’allungamento delle scale per garantire l’accesso alla chiesa. L’Università domenicana di San Tommaso d’Aquino, detta “Angelicum”, che aveva avuto la sua sede iniziale in Santa Sabina dal 1222, per essere spostata poi in Santa Maria sopra Minerva nel 1426, si trovò ad esercitare la sua didattica in locali sparsi per la tutta la città, quando, nel 1873, anche quest’ultimo monastero fu espropriato dallo Stato Italiano. Dopo il riavvicinamento del Vaticano con il regime fascista, conclusosi con la firma del Concordato nel 1929, l’Angelicum poté acquistare, quello stesso anno, il vecchio convento di San Domenico e Sisto. L’Università dovette affrontare importanti lavori di adattamento, dal 1929 al 1932, per poter dare inizio alla sua attività sotto il nome di “Pontificium Institutum Internationale Angelicum”, che vi risiede tuttora.
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