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STRADE DELLA ROMA PAPALE
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HIC AD ALTARE MAIVS SERVATVR ILLA B.MAE V. MARIAE IMMAGO QVAE A. S. LVCA EVANGELISTA DELINEATA COLORES ET FORMAM DIVINITVS ACCEPIT DIV. IN ORIENTE CVLTA CAELESTI DEMVM DISPOSITO VECTORE ANGELICO IN VRBE VENIT NEC LONGE AB HOSPITIO TRIVM FRATRVM, TEMPOLI, SERVVLI, CERVVLI, QVI CONSTANTINOPOLI ROMAM PETIVERANT, SEDEM NACTA QVORVNDAM CVLPA DELITVIT TANDEM DORMIENTI TEMPOLO VOX CAELO REDDITA, CONQVISITAM IN D. AGATHAE IN TVRRI PROXIME CONDI IVBET, AC HONOREM PVBLICVM INSTAVRARI TVM DIV. MORTALIVM VOTIS CAELO GRATIA RESPONDIT, ET LOCO NOMEN MARIAE TRANSTYBERINAE MONIALIVM DEDIT, DONEC SERGIVS III QVORVNDAM OBLIQVO ZELO IVDICATVS, AEDI LATERANAE INFERENDAM DECREVIT, INDICTA MOX SVPPLICATIONE PVBLICA FEREBATVR INGENS PIGNVS, COLLACRIIMANTIBVS OB TANTI IACTVRAM THESAVRI SACRIS VIRGINIBVS, VBI AD LOCVM (SPLENIS DICEBATVR) PERVENTVM, REPENTE TVRBATO CAELO, MVGIRE TONITRVA, CORVSCARE FVLGVRA, FERIRE FVLMINA, CVNCTIS ATTONITIS INVITI PIGNORIS BAIVLI FIXI HAERENT ITVR AD PONTIFICEM, IS PERCVLSVS ILLICO ADEST, AC FVSIS VOTIS, SVIS ACCEPTAM MANIBVS, RELIQVVM ITINERIS AD LATERANAM DEFERT MIRACVLA CREBRESCVNT MIRACVLIS, NOCTE INSECVTA EODEM VNDE PRIVS SVBLATA DIVINITVS REPONITVR MAESTISQ SORORIBUS GAVDIA GEMINAT, NOVITATE ICTVS ITERVM SERGIVS ANXIVS ADVOLAT, SEDVLO INQVIRENS, EX ANTISTITA AVDIT NOCTE INTEMPESTA DEPLORANTIBVS ORBITATEM SVAM VIRGINIBVS DEVMQVE ORANTIBVS, CAELESTE DONVM PER FENESTRAM ILLAPSVM, PRISTINO LOCO CONSEDISSE RE PROBATA PONTIFEX, IVSSA DAMNAT, SACRVM IBIDEM SOLEMNE FACIT ADDICTO VIRGINIBVS SACRO PECVLIO, LOCVM PRAEDIS, ET MVNERIBVS AVGET HAEC ILLA EST IMAGO QVA S. GREGORIVS MAGNVS (EX S. ANTONIN) SUPPLEX ROMAM LVSTRAVIT, FVGATAQ. PESTILITATE ANGELO PACIS NVNTIO E CVLMINE ADRIANI REGINAM CAELI LAETARI IVBENTE, SALVTEM VRBI RESTITVIT MVLTIS DEINDE ANNIS AD TRANSTYBERIM CVLTAM, HONORII III IVSSV S. DOMINICVS PATRIARCHA DEDVCTIS AD S. SIXTI VIRGINIBVS, DEVOTE GESTATAM DETVLIT, ET NE RELIGIONE LAESA NAVARET, INTERPOSVIT, SI FORS, VT OLIM DIVINITVS IMAGO REVERTISSET, IPSIS QVOQVE MANDATO SOLVTIS LOCO STANDVM ESSE CONTIGIT EA TRASLATIO AD S. SIXTI, ANNO MCCXIX FEBR. XXIV PRIMA QVADRAG. DOM. INDE POST ANNOS COMMODITATE VIRGINIBVS IN VRBE FREQVENTIORI, ET SALVBRIORI LAXATA HVC CONCESSIT SVB ANN. MDLXXV FEBR. VII
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Qui, presso l'altar maggiore si conserva l'immagine della beatissima Maria vergine, che disegnata da San Luca evangelista, prese forma e colori per intervento divino. Venerata a lungo in Oriente, infine per mezzo di un trasportatore angelico, giunse nell'Urbe, e non lontano dall'ospizio dei tre fratelli Tempolo, Servolo e Cervolo, che si erano recati a Roma da Constantinopoli, trovò una sede, ma per colpa di qualcuno rimase nascosta. Finalmente una voce, proveniente dal cielo, a Tempolo mentre dormiva ordina di cercarla e di conservarla nella vicina torre di Sant'Agata, e di ripristinarne il culto pubblico. Allora a lungo la grazia celeste corrispose ai desideri degli uomini, ed al luogo diede il nome di Santa Maria Transtiberina delle monache (“Santa Maria in Tempulo”), finché Sergio III, indotto dallo zelo perverso di qualcuno, decretò di trasferirla nella chiesa del Laterano; fu subito indetta una supplica pubblica e si trasferiva il grandissimo pegno, mentre le suore piangevano per la perdita di così grande tesoro, ma quando si giunse al luogo allora detto della Milza (“Fons Camenarum”), all'improvviso il cielo si annuvola, rombano tuoni, brillano lampi, precipitano fulmini, tutti restano attoniti, ed i trasportatori del riluttante pegno, si fermano immobili; si va dal Pontefice, e lui, impressionato, si presenta immediatamente, e dopo aver pregato, la prende con le sue mani e la porta sino alla basilica laterana per il tratto di strada che restava. Ma i miracoli si aggiungono ai miracoli, la notte seguente viene riportata per intervento divino là da dove era stata prima levata, raddoppiando la gioia delle suore attristate. Colpito dalla straordinarietà del fatto di nuovo Sergio III accorre ansioso, indaga con diligenza, dalla madre superiora viene a sapere che nel pieno della notte, mentre le suore piangevano tanta perdita ed imploravano Iddio, il dono celeste scivolato attraverso la finestra si era posato al suo posto. Il Pontefice, una volta accertata la cosa, rievoca i suoi ordini, e lì stesso celebra una messa solenne, e dopo aver riconosciuto un contributo alle suore ed una rendita al luogo, è prodigo di doni. Questa è l'immagine con la quale Gregorio Magno (secondo/ Sant'Antonino “da Firenze”) supplice perlustrò tutta Roma e, sconfitta la peste, mentre l'angelo annunciatore di pace dal culmine della mole di Adriano ordinava di allietare la Regina del Cielo, restituì la salute alla città. Molti anni dopo ch'era venerata a Trastevere, per ordine di Onorio III, San Domenico patriarca, accompagnate le suore davanti a San Sisto, la fece portare con devozione e, per non agire contro la religione, propose che, qualora l'immagine dovesse tornare indietro come prima per intervento divino, anche loro sciolte dal vincolo sarebbero dovute rimanere in quel luogo. La traslazione alla chiesa di San Sisto avvenne il 24 febbraio dell'anno 1219, di domenica, primo giorno di Quaresima; di lì dopo anni, ampliatasi la convenienza per le monache in una città più popolata e salubre, venne portata qui verso il 7 febbraio del 1585.
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