Via di Sant'Antonio (R. XV – Esquilino) (da via di San Vito a via Carlo Alberto)
Il cardinale Pietro Capocci aveva fondato un ospedale, affidato all’Ordine dei Gerosolomitani, prossimo all’antica chiesa di S. Andrea de Piscinula [1] (iuxta S. Mariam. Maiorem - IV sec.), nel 1250 circa, per la cura degli infermi affetti dal “Fuoco di Sant’Antonio” che, in quel periodo si era diffuso in tutta Italia. L’ospedale si dotò di una nuova chiesa, circa nel 1308, dedicata a Sant’Antonio abate. L’antica chiesa di Sant’Andrea, fu demolita alla fine del XVI secolo, perché caduta in rovina.
Nel 1778 la chiesa fu data alle suore Camaldolesi e l’ospedale fu riunito con quello San Giovanni in Laterano.
L’Ospedale nel 1871 diventò l’ospedale militare del Reale Esercito.
Oggi il palazzo è del Pontificio Istituto Orientale (Piazza S. Maria Maggiore n°5) e la chiesa del “Russicon” (via Carlo Alberto n°2) è officiata in rito bizantino.
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[1] L’origine di questa chiesa è la basilica che Giunio Annio Basso, console nel 331, fece costruire e le cui fondazioni furono ritrovate nel 1930, sotto successivi ampliamenti dell’ospedale di Sant’Antonio. La basilica, divenuta proprietà del goto Flavio Valila, generale dell’esercito romano, fu da questi donata a papa Simplicio (458-483) che ne fece una chiesa, intorno al 480.
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