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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazzale_del_Verano-Chiesa_di_San_Lorenzo (2)

Segue testo:

Lorenzo fu, in quell’epoca, molto venerato a Roma e la sua tomba attirò la costruzione di numerosi santuari, la cui posizione, nello spazio e nel tempo, hanno suscitato numerose discussioni e prese di posizione.
Basandosi sulle più recenti, si può ipotizzare che un primo santuario circiforme (lungo circa 100 m. e largo 35 m.) sia stato  realizzato da Costantino (306-337), di intesa con papa Silvestro I (314-335), a fianco della tomba di San Lorenzo (si crede in una posizione parallela alla chiesa attuale, tra questa e il “Pincetto Vecchio”). Sulla tomba del Santo venne costruito un piccolo oratorio che venne a trovarsi la dove oggi sorge la basilica (Alcuni scavi, eseguiti nel 1950, avrebbero confermato tale posizione portando alla luce il muro perimetrale della basilica costantiniana).
La basilica costantiniana aveva una vocazione cimiteriale allo scopo di raccogliere numerose tombe a fianco di quella del martire Lorenzo.
Nel V secolo, papa Ilario (461-468), che vi fu sepolto, fece costruire un monastero e delle strutture per accogliervi i pellegrini, tra cui una biblioteca greco-latina ed un appartamento papale.
L’assedio di Roma da parte dei Goti (537-538), essendo la basilica fuori delle mura di difesa della città, provocò la rovina dell’intero complesso.
Nel VI secolo, papa Pelagio II (579-590) costruì una basilica (Basilica Minor, in rapporto alla costantiniana detta Maior) a tre navate, nel luogo dove si trovava l’oratorio, individuabile ancora oggi  nel presbiterio di quella attuale, quindi, appena discosta da quella costantiniana, con l’abside rivolta verso il piazzale Tiburtino, come disegnato dai due gradini convessi che danno accesso alle scale che salgono al presbiterio della basilica attuale.
Da scavi avvenuti nel 1943, dopo il bombardamento del quartiere di S. Lorenzo che aveva colpito in pieno la basilica attuale, risultò che la basilica di Pelagio II fosse dotata di un percorso circolare che dava accesso ad una Confessio dove era posta la tomba del martire.
Se ne può dedurre che, nella sistemazione di Onorio III (1216-1227), l’altare maggiore fu posto al centro dell’aula della basilica di Pelagio II, sopra le reliquie del martire Lorenzo, insieme alle reliquie del martire Stefano, giunte a Roma da Costantinopoli.
Nel 755,  papa Stefano II (752-757) restaurò il complesso, dopo la venuta dei Longobardi (739), mentre, dopo le incursioni dei Saraceni (845), Sergio II (844-847), fece costruire delle mura di difesa, rendendo la basilica e le sue pertinenze, un vero centro fortificato.
Nell’VIII secolo, la Basilica Maior, era collegata con un portico alla Porta Tiburtina, che era ancora in funzione sotto papa Urbano VIII (Maffeo Barberini – 1623-1644).
In quel periodo, la basilica fu dedicata alla Vergine Maria (Dei Genetrix), ma nel XII secolo risulta abbandonata ed in rovina.
Nel XIII secolo, papa Onorio III (1216-1227) realizzò una nuova basilica, della quale quella di Pelagio II (tranne l’abside abbattuta e le navate laterali col nartece interrati per circa 1,7 m.) costituiva il presbiterio, con l’altare maggiore sopraelevato, rispetto al livello della basilica pelagiana e dotato di ciborio. Al di sotto dell’altare, uno spazio formante una cripta accoglieva le reliquie del martire Lorenzo, ivi transportate, dalla sua tomba originale, sotto la basilica costantiniana.
Onorio III aggiunse, in continuità con il presbiterio rialzato, un´aula a tre navate.
Nel 1217, a lavori non ancora terminati, Onorio III vi incoronò Pierre de Courtenay (1155-1219) come imperatore dell’Impero Romano dOriente.
Le fortificazioni della basilica furono demolite dal cardinale Alessandro Farnese e poi da Paolo III (1468-1549), nel 1507, in cerca di materiali per erigere il suo palazzo.
Nicola V (Tommaso Parentucelli - 1447-1455) la restaurò ad opera di Bernardo Rossellino (1409-1464).
Tra il 1624 e il 1629, il cardinale Francesco Boncompagni (1592-1641), in seguito al crollo di una parte della copertura lignea della chiesa, fece risarcire il tetto e decorare la cripta della basilica (decorazioni scomparse nei restauri del 1864).
La basilica era stata officiata dai Benedettini di Cassino, nel VI secolo, e da quelli di Cluny, nel X. Sisto IV (Francesco della Rovere - 1471-1484) vi chiamò i Canonici lateranensi. Nel 1855 passò ai Cappuccini.
La basilica ebbe ruolo parrocchiale dal 1709 per decreto del cardinale vicario Gaspare Carpegna (1625-1714). Nel 1647, furono i Canonici Lateranensi che ne ornarono le pareti con numerosi affreschi.
Tra gli anni 1855 e 1864, sedente papa Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti - 1846-1878), ad opera di Virginio Vespignani (1808-1882), la basilica pelagiana, che era stata interamente interrata, ad eccezione della cripta, fu di nuovo riportata alla luce, lasciando, però, la parte centrale, con l’altare e la cattedra vescovile, rialzata e sorretta da pilastri fondati sul livello originale nuovamente raggiunto.

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