Costruito in laterizi, di forma ellittica (68x51 m.), l’anfiteatro era composto di tre piani: il primo composto da fornici sorretti da pilastri a forma di semicolonne corinzie fondate su plinti in travertino; il secondo e il terzo, scomparsi, con lesene al posto delle mezze colonne. L’imperatore Lucio Domizio Aureliano (270-275) lo fece inserire nel percorso delle mura a difesa di Roma (come la piramide cestia) facendo tamponare tutti i fornici ed elevandolo ancora di un piano fornito di merlatura. In quella fase, nella parte esterna delle mura, fu abbassato il livello del terreno per aumentarne l’altezza e la capacità difensiva, tanto da scoprire le fondazioni in basalto che sono ancora visibili dal lato del viale Castrense. Nel 1370, papa Urbano V (Guillaume de Grimoard – 1362-1370) assegnò alla chiesa di Santa Croce in Gerusalemme l´Ordine femminile dei Certosini che edificarono un convento che occupò un quarto della circonferenza dell’anfiteatro. Nel 1557, papa Paolo IV (Gian Pietro Carafa – 1555-1559) fece demolire il secondo e il terzo ordine dell’anfiteatro per impostare sulle arcate del primo ordine, già tamponate da Aureliano, un alto muraglione dotato di feritoie per il tiro di armi da fuoco. La cavea è oggi riempita di terra ed ha funzioni di orto per l’attiguo monastero (oggi hotel).
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