Via delle Vedove – (Adesso via dei Sabini) (R. III – Colonna) (da via del Corso a via di Santa Maria in Via)
L’origine del nome della via è spiegata dal Nibby nella Roma Moderna in cui dice che: “i principi Barberini aprirono nel miglior luogo di Roma, cioè presso Santa Maria in Via, un ricetto per le vedove, ove ciascuna di esse gode gratuitamente due stanze e una cucina". (Rufini - 1847). Effettivamente la casa di Ricovero ebbe vita nel 1678 per un lascito di Giovanni Reggioli ed i Barberini ne divennero poi i protettori [1].
La strada allora, uscendo dal Corso, era fiancheggiata a destra da un lato del palazzo Bonaccorsi (attuale Banca Commerciale Italiana), e a sinistra dal fianco destro del palazzo Piombino, (odierna Galleria Colonna).
In questa strada apparvero a Roma, per la prima volta, i supplì al telefono (alla provatura) confezionati in un’osteria di proprietà dei genitori di "Alfredo alla Scrofa", il re delle fettuccine, cui hanno reso omaggio, celebri artisti principi e... qualche re.
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[1] ) Le vedove ricevevano però il solo alloggio "non il vitto né il vestire, alle quali cose provvedevano da sé lavorando” (Morichini).
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