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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Piazza e Via di San Lorenzo in Lucina (R. III – Colonna; R. IV Campo Marzio) (nella Piazza convergono: via del Leone, via del Leoncino, via Campo Marzio, limitata ad Est da via del Corso; la via va da via del corso a Piazza del Parlamento)

La via e la piazza prendono il nome dalla basilica di S. Lorenzo [1] (Titulus Lucinae, già nel IV sec.[2]) le cui origini non si conoscono.
Deve forse il predicato a qualcuna delle matrone cristiane del sec. III e IV, o forse alla prossimità del “Lucus Lucinae[3].
Fu pure detta “S. Lorenzo della Craticola”, per aver in custodia lo strumento che si crede sia servito per martirizzare il santo (Il campanile ed i leoni dell’ingresso sono dell’antica basilica del XII sec.).

Mentre nello scomparso mosaico  absidale  figurava l’immagine di Sisto II (257-258), la costruzione del tempio è attribuita a Sisto III (432-440).
Certo che la scoperta, nel 1938, dei resti di una basilica a tre navate, simili alle altre edificate da Sisto III (Santa Maria Maggiore e S. Sabina),  avvalorano tale attribuzione.
Fu restaurata da Benedetto II (684-685), Adriano I (772-795) e Celestino III (Giacinto Bobone Orsini - 1191-1198)  che la consacrò nel 1196 dopo che, nel 1130,  era stata  già consacrata dall’antipapa Anacleto II (Pietro Pierleoni - 1130-1138).
Paolo V (Camillo Borghese - 1605-1621) la dette nel 1606 ai Chierici Regolari Minori che la rinnovarono completamente nel 1650.

In via in Lucina [4], a 10 m sotto il livello stradale, fu rinvenuta “l’Ara Pacis Augustae” che fu trasportata in via Ripetta (i pezzi che sono a Londra, a Parigi e in Vaticano furono decalcati e posti in opera). All’esterno dell’edificio, che per ora lo custodisce, è riprodotto il testamento di Augusto tramandatoci dalle iscrizioni del tempio di Ancyra (Ankara).
Testamento che originariamente era inciso nei due pilastri di bronzo che fiancheggiavano l’ingresso del Mausoleo.
In esso, Augusto volle render grazie ai senatori suoi amici e perpetuare la memoria del dono a lui fatto [5] dell’Ara Pacis, per celebrare la pacifica chiusura del tempio di Giano nel 30 a.C., dopo la battaglia di Azio. Il tempio era stato chiuso solo nel 235 a.C. cioè dopo la prima guerra punica.
L’“Ara” era stata eretta proprio nel Campo Marzio perché l’imperatore lo aveva bonificato, reso abitabile e arricchito di edifici monumentali.
Il 4 luglio dell’anno 13 a.C., una superficie fu dedicata alla costruzione dell’ “Ara” che venne consacrata il 30 gennaio del 9 a.C., dopo il suo compimento.

Pure in questa via è la caratteristica casa dello spagnolo Vaca, di stile cinquecentesco, il quale, sopra la trabeazione del portone d´ingresso, aveva scritto: “Ossa et opes tandem partas - tibi Roma reliquiam – Domus familiae Vace” (le mie ossa e i beni, che dopo tante fatiche ho accumulato, li lascerò a te o Roma); ma dopo qualche guaio (forse il sacco del 1527), aggiunse sull’architrave dell’unica finestra del piano terra: “Nihil tutum in miserabile saeculo” (niente vi è di sicuro in questa misera vita).

Anche su questa strada si trova la parte posteriore del palazzetto (palazzo Altoboni-Fiano) [6] costruito, sulle rovine di un altro antichissimo palazzo, edificato dal cardinale inglese Hugh of Evesham, tra il 1284 e il 1290, vicino alla chiesa, per i cardinali del titolo in Lucina.
Abbandonato e in cattive condizioni, dal XV sec., i diversi titolari cominciarono a restaurarlo, completandolo nel 1510.
Fu detto da Flavio Biondo (1388-1463) “il più bello di Roma, dopo quello Vaticano” ed infatti sembra fosse il prediletto dei cardinali, tanto che si racconta: “quando il cardinale Pallotta, nel 1603, optò in Concistoro per il titolo di San Lorenzo in Lucina, Clemente VIII gli chiese: “Per la chiesa o per la casa?” Alle quali parole il cardinale confuso non seppe che replicare, et Nostro Signore lo disse per burlare un poco” (Avviso del 21 giugno 1603).
Dopo parecchi passaggi di proprietà, questo palazzotto, simile a quello di piazza Venezia, “assomigliava a una fortezza” e, all’angolo di via in Lucina, aveva una poderosa torre che, attraverso l’arco di Portogallo [7], comunicava con le case dell’altro lato del Corso (“alcune stanze vennero fabbricate sull’arco e lo deturparono”).
Questo palazzotto, modificato nei secoli, fu ereditato da Francesca Ottoboni, che sposò Pier Gregorio Boncompagni Ludovisi, duca di Fiano, che, nel XIX sec., lo vendette al banchiere Almagià [8].

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[1] )            Vi è sepolto Ugo Bassville (emissario francese ucciso a Roma per le sue spavalderie in un tumulto popolare nel gennaio 1793)

[2] )            Vi fu eletto papa S. Damaso (366-384).

[3] )            Bosco sacro a Lucina (dea protettrice del parto - venire alla luce).

[4] )            Già via della Vignaccia.

[5] )            Dice Augusto: “Cum ex Hispania, Galliaque, rebus in iis provincis prospere gestis, Romam redi, T. Nerone, P. Quintilio consulibus (13 a.C.) Aram Pacis Augustae Senatus pro reditu meo consacrandam censuit ad Campum Martium, in qua magistratus et sacerdotes et virgines Vestales anniversarium sacrificium facere iussit” (Quando ritornai dalla Spagna e dalla Gallia a Roma, compiute imprese in queste provincie, sotto i consoli Tiberio Nerone e Publio Quintilio, il senato ordinò che doveva essere costruito l'altare della Pace Reduce di Augusto per il mio ritorno nel campo Marzio, sul quale ordinò che i magistrati, i sacerdoti e le vergini Vestali facessero il sacrificio annuale).

[6] )            Eretto sui resti dell’Ara Pacis, nel sec. XIII, fu restaurato nei sec. XV, XVI, XVII. Lo stato attuale è dovuto all’architetto Francesco Settimi (Fine XIX sec. - Opere principali: Palazzo Fiano in via del Corso; restauro del palazzo Sciarra; ampliamento del palazzo Vidoni in Corso Vittorio Emanuele (1886); Albergo Eden in via Pinciana; edificio in via dello Statuto (1889); casa in Prati, vie Orazio e Boezio. (23) Ettore Bernich (1848-1890). Opere principali: Casa in via Nomentana 175; casa in piazza Regina Margherita; casa in via Leopardi; casa in piazza del Colosseo angolo via Capo d'Africa)

[7] )            Arco di Portogallo - fu così chiamato per la vicinanza del cardinale Giorgio di Portogallo (Se ne serviva per recarsi dalla sua abitazione a quella dei suoi familiari). Se ne ignora la dedica e faceva quasi d’ingresso al gruppo degli edifici Antoniani. Nel Rinascimento fu detto: "arcus ad très fascicelas” da una base a tre facce scoperta lì presso;  "arcus Octaviani, Domitiani o M.Aurelii”; “arco di Tripoli”, e “la Cornacchia di Esopo” per il rilievo con l’apoteosi di Faustina Iunior. Le quattro colonne di verde antico che lo fiancheggiavano sono: due nella chiesa di Santa Agnese  e due nella cappella Corsini a S. Giovanni in Laterano, mentre il rilievo è al palazzo dei Conservatori. Fu abbattuto nel 1665 da Alessandro VII (Fabio Chigi - 1655-1667).

[8] )             Nel codice 260 della Biblioteca dell’Ambasciata di Spagna si legge a proposito del Fiano: “1717 – Il signor abate Chigi fe’ fare una strepitosa serenata sotto le finestre della signora duchessa Fiano, per sollevarla dalla malinconia in cui si trova” (Ottoboni-Boncompagni duchessa di Fiano).  Nel primo ‘800 vi furoreggiò il teatrino dei burattini ch’ebbe Leopardi fra gli spettatori.

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Lapidi, Edicole e Chiese...:

- Piazza di S. Lorenzo in Lucina
- Via in Lucina
- Chiesa di San Lorenzo in Lucina - Portico
- Chiesa di San Lorenzo in Lucina - Interno
- Chiesa di San Lorenzo in Lucina - Lapidi

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