Affiancato alla chiesa, è segnalato, da Mariano Armellini (1852-1896), un monastero di Agostiniane, come si legge nei regesti di Urbano V (Guillaume de Grimoard – 1362-1370), di parere contrario Christian Hülsen (1858-1935), che lo colloca presso Santa Maria Maggiore. La Nazione Scozzese (allora indipendente) acquisì la chiesa, nel XVI secolo, ed edificò un oratorio, detto di Sant’Andrea Apostolo, di fronte alla chiesa, dove venivano accolti e curati i pellegrini della nazione. Allo scisma di Enrico VIII (1509-1547) dalla chiesa cattolica (1536), seguì quello degli Scozzesi nel 1560. La chiesa e l’oratorio furono abbandonati dagli Scozzesi e affidati, da papa Pio IV (Giovanni Angelo Medici – 1559-1565) alla confraternita del SS. Sacramento, mentre l’oratorio fu preso in carico dalla famiglia Del Bufalo fino al 1576, quando fu restituito alla nazione scozzese (quella parte rimasta cattolica). Gregorio XIII (Boncompagni – 1572-1585) aveva proposto agli Scozzesi di trasformare l’oratorio e l’ospedale in Collegio Nazionale Scozzese, ma questi, nel 1592, lo crearono in via Quattro Fontane, dove Clemente VIII (Aldobrandini – 1592-1605) aveva favorito la costruzione di una piccola chiesa, intitolata a Sant’Andrea e Santa Margherita, con annesso collegio (oggi sede di una banca). Nel 1585, Sisto V (Felice Peretti – 1585-1590) elesse la chiesa a parrocchia, affidandola ai frati minimi di San Francesco di Paola, scacciati dai confratelli di Trinità dei Monti (Vedi Trinità dei Monti – Campo Marzio). Nel 1589, intercorse un accordo tra i frati minimi e la confraternita del SS. Sacramento per la gestione della chiesa e dopo il 1592, dell’oratorio. Nel 1604, la chiesa, in condizioni assai precarie, venne demolita e la ricostruzione, finanziata, in gran parte dalla famiglia Del Bufalo, fu affidata a Gaspare Guerra (1560-1622), ma per mancanza di soldi, i lavori furono interrotti nel 1612. Nel 1653, i lavori ripresero con Francesco Borromini (1599-1667), incaricato dal Marchese Paolo Del Bufalo (?-1680), che si occupò, in particolare, dell’abside e del campanile. Dopo la sua morte (1667), gli succsse Mattia de Rossi (1637-1695), ma i lavori si interruppero di nuovo, lasciando a metà la facciata della chiesa. Grazie al contributo del cardinale Ercole Consalvi (1757-1824), la facciata fu terminata nel 1826, da Pasquale Belli (1752-1833). Nel 1874, l’oratorio fu venduto a privati, in un periodo di grande speculazione edilizia. Nel 1960, Giovanni XXIII (Angelo Roncalli – 1958-1963) rese la chiesa, tuttora tenuta dai frati Paolini, titolo cardinalizio.
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