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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via_di_S_Andrea_delle_Fratte-Chiesa_omonima-Lapide_di_Oreste_Kiprenskoi-1836

DEVS   OPTIMVM MAXIMVM
ANIMAE MISERICORDI PIENTISSIMAE
AETERNAM BEATITATEM TRIBVISSE
SPERARE IVVAT

EX SEPTEM       *       TRIONIBVS PRIMO

HONORI ET MEMORIAE
ORESTIS KIPRENSKOI
INTER PICTORES ROSSIACOS CLARISSIMI
IN IMPERIALI BONARVM ARTIVM
ACADEMIA QVAE PETROPOLI EST
MAGISTRI ET A CONSILIIS
ACADEMIAE NEAPOLITANAE SODALIS
QVOTQVOT ROMAE SVNT RVSSIACI
PICTORES ARCHITECTI ET SCVLPTOR
TANTVM GENITIS SVAE LVMEN
TOTOQVE VIRTVTES ANIMI
SIBI ANTE TEMPVS PRAEREPTAS DEFLENTES
SVA IMPENSA FECERVNT

DESIDERATVS EST ANNO AETATIS XXXXVIIII
X KAL OCTOBRE AN CHR MDCCCXXXVI

Segue testo:

La sua modella sembra lo avesse infettato della “mauvaise maladie”, o perlomeno questo credeva il nostro pittore, tanto che fu accusato di averla uccisa dando fuoco ad uno straccio, imbevuto di benzina che le aveva infilato in bocca.
Il pittore non fu condannato per “mancanza di prove”, ma dovette allontanarsi da Roma.
Durante la sua assenza, aveva incaricato un amico di seguire la Mariuccia e di farla istruire a sue spese. Risulta infatti la frequentazione di Maria Falcucci del venerando Conservatorio Pio detto delle “Pericolanti”.
Rientrato a Roma, nel 1828, va ad abitare con Mariuccia, “aux yeux de gazelle”, in via di S. Isidoro 108, lungo la scalinata che scende a via Veneto.
Conducendo sempre una vita scapestrata, contrae un’infiammazione polmonare che lo porta alla morte. Tre mesi prima, aveva sposato Mariuccia, convertendosi al Cattolicesimo.

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