Il numero di busti accumulato nel Pantheon era divenuto tale che Pio VII (Barnaba Niccolò Chiaramonti – 1800-1823), nel 1820, li fece spostare nella Protomoteca Capitolina, fondata in quell’anno dallo stesso Papa. La lapide, non essendo un busto, rimase nei depositi del Campidoglio. I parenti di Giovacchino Pessuti incaricarono Teresa Benincampi di reclamare la restituzione dell’opera e, con l’accordo del cardinale Ercole Consalvi (1757-1824), Segretario di Stato, il cenotafio fu ritirato e posto nella chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, dove si trova tuttora.
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