Il Doria superstite, Lazzaro Doria (+1756) principe di Avella e marito di Maria Teresa, fece applicare al monumento della suocera, portato a termine dallo stesso artista nel 1749, quello dedicato alla moglie, modificandone la dedica. L’opera è firmata (“Il Cavaliera Francesco Queirolo, genovese, progettò e scolpì”) da Francesco Queirolo (1704-1762) pittore genovese a Roma. Il monumento che, forse per la intercorsa sovrapposizione, risulta eccessivamente carico, si compone di una base sulla quale è incisa la nuova dedica, coronata da un festone di foglie e ghiande di quercia in bronzo. Al di sopra della base, è posto un grosso cuscino, ornato di greca, sul quale l’artista scolpì la sua firma. Sul cuscino è appoggiato il medaglione con il profilo, in bassorilievo, di Maria Teresa coperto da un grosso drappo e affiancato da due aquile ad ali aperte. Da dietro il medaglione un putto alato vi si appoggia con il braccio sinistro, mentre con il destro tiene una torcia rovesciata a terra. Questa parte dovrebbe corrispondere al monumento “sovrapposto”. In piedi sulla base, alla sinistra del monumento (guardandolo), si trova una figura allegorica di cui non si conosce il significato (forse la Virtù) perché mancante della mano sinistra con la quale probabilmente portava gli elementi qualificativi della sua identità. La figura si appoggia su di un sarcofago policromo di alabastro ornato di rosso antico, mentre il coperchio, sempre di alabastro, è ornato di verde antico. Sulla parte frontale rossa del sarcofago si può ancora leggere una parte della dedica originale (“…DUCIS”). Sopra al sarcofago, poggia un altro ampio cuscino sul quale un putto alato è inginocchiato mentre sostiene dal basso il medaglione con il profilo in bassorilievo di Livia Grillo in marmo bianco su sfondo dorato. Dall’alto un altro putto volante tiene lo stesso medaglione con la mano destra mentre, con la sinistra, sorregge una clessidra in cima al monumento.
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