Su quei ruderi si costruirono case nel medioevo e sembra che nel 1536 appartenessero ai Soderini. Nel 1595, vi fu il palazzo del cardinale Silvio Savelli (1550-1599), patriarca di Costantinopoli, quello di Emilio Cesi (+1611), marchese di Riano e quella del conte Girolamo Pompeo Ludovisi. Quest´ultimo fu ceduto ai padri Barnabiti che edificarono la chiesa di San Paolo Decollato con il collegio annesso (Nella chiesa ebbe sede, nel XVII secolo, il Pio Sodalizio di Avvocati e Curiali che aveva la vocazione di assistere poveri, orfani e vedove). Nel 1659, al tempo di Alessandro VII (Chigi – 1655-1667), furono demolite, in quell´area, tutte le costruzioni esistenti, compresa la chiesa di San Paolo, per far luogo ad un solo edificio dei Ludovisi, poi (1669) dei Baldinelli . Innocenzo XII (Pignatelli – 1691-1700) vi introduce l’Ospizio di San Michele, così come i quattro notai della Camera Apostolica e il Vicereggente del Vicariato di Roma. Da una incisione di Giovanni Ottaviani (c.1735-1808) del 1769, si desume che il palazzo fu residenza del cardinale Francesco de Solis (1713-1776), arcivescovo di Siviglia. Tra il 1809 e il 1814, durante il dominio francese, ospitò la “Gran Guardia del Comando della Piazza di Roma”. Al ritorno di Pio VII a Roma, nel maggio del 1814, fu sede della direzione generale delle poste pontificie. Nel 1838, Gregorio XVI (Cappellari 1831-1846) fece ristrutturare il palazzo per opera dell’architetto Pietro Camporese il giovane (1792-1873), il quale lo arricchì di un lungo portico sostenuto da sedici colonne di cui undici provenienti dalla Basilica romana di Vejo e quattro (ai lati dell´ingresso) provenienti dalla Basilica costantiniana di San Paolo Fuori le Mura. Nel 1871, fu sede del Ministero dell´Educazione del Regno d’Italia. Nel 1879, fu acquistato dal ricco banchiere tedesco Frank Wedekind (1864-1918), che affidò a Giovanni Gargiolli (1838-1913) e poi a Giovan Battista Giovenale (1849-1934) il riordino del palazzo, come sua residenza privata. In questa occasione, dei due orologi posti sulla facciata al tempo di Camporesi (uno con ore romane e l’altro con ore francesi), fu inserito un solo orologio in cima alla facciata del palazzo, quello con orario francese. Del 1880 si apre, sotto al portico, il caffè Sommariva detto “alle colonne”, dove servivano “le kellerine”, vestite di nero con i polsini bianchi, ragazze di ogni nazionalità dall´aspetto procace. Dal 1918 al 1922, fu la sede del giornale il Tempo, prima del periodo fascista, durante il quale, dal 1938 al 1943, fu sostituito dal giornale “La Difesa della Razza” e tra il 1943-44 fu sede del Partito Fascista Repubblicano. In compenso, dal 1944, fu sede del Comitato di Liberazione Nazionale. Dal 1945 è sede del quotidiano “Il Tempo” e la proprietà è dell´Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS).
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