Essa consisteva in una vasca di marmo mischio africano, dotata di scalinata d’accesso in travertino, in cui vi erano delle maschere e due draghi che gettavano acqua, accompagnati da un’aquila. La fontana rimase così per più di due secoli, finché, nel 1711, Clemente XI (Giovanni Francesco Albani - 1700-1721) vi fece sovrapporre, da Filippo Bariglioni (1672-1753), uno degli obelischi dell’Iseo Campense, già collocato nella vicina piazzetta di S. Macuto ed appunto per questo chiamato dal popolo la “guglia Mammautte”, curando che al posto dei draghi gettanti acqua fossero messi dei delfini.
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