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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Scalinata_della_Trinita_dei_Monti

Ma il re morì ed il successore Carlo VIII (1483-1498), che aveva visto lo zelo e la bontà di S. Francesco, ne restò così preso che commise al suo oratore (ambasciatore) in Roma di trovare un posto adatto per edificare un convento all'Ordine dei Minimi.
Gli eredi di un famoso letterato veneziano, Ermolao Barbaro (1454-1493) che aveva acquistato un terreno sul Pincio ma che era morto di malaria mentre costruiva la sua residenza, vendettero questo terreno, di modeste dimensioni, ai frati Minimi, nel 1493, per il tramite dell’ambasciatore francese.
Si iniziò, così, nel 1494, la costruzione di una casa e di una chiesa, che in conseguenza della ristrettezza del terreno non poteva ospitare che sei frati.
Dal 1502 al 1519, anno della canonizzazione di
San Francesco di Paola, si svolsero i lavori per costruire una chiesa più grande, ma che, per la scarpata esistente verso piazza di Spagna, fu realizzata un tratto più distante da quest’ultima.
La chiesa era di stile gotico, avente l’abside, accompagnata da due cappelle maggiori ai suoi lati, da un transetto e da quattro cappelle per lato, lungo la navata.
Il finanziamento dell’opera, dall’inizio fino alla fine dei lavori, fu assicurato nel tempo, grazie alle successive offerte dello stesso
Carlo VIII, dei suoi successori Luigi XII (1498-1515), Enrico II (1547-1559) ed Enrico III (1551-1589) e col valido aiuto dei papi Giulio II (Giuliano Della Rovere - 1503-1513) e Leone X (Giovanni de´ Medici - 1513-1521).
Intervennero alcune modifiche, negli anni seguenti, come il trasferimento delle cappelle maggiori agli estremi del transetto e la collocazione di un campanile, che resterà in loco fino ai primi del XVII secolo, in corrispondenza della cappella maggiore di sinistra.
Sisto V (Felice Peretti - 1585-1590) fece costruire, servendosi di Domenico Fontana (1543-1607), una nuova strada fra il convento e la via Felice (via Sistina, vedi Campo Marzio), che abbassò il livello stradale, davanti alla chiesa, di 4 metri, tanto che fu necessario sostituire la primitiva scalinata di accesso alla chiesa, con una doppia gradinata (1586-87). La sistemazione dell’accesso alla villa Medici ed alla chiesa durò dal 1564 a circa il 1650.
Dopo il sacco di Roma del 1527, divenne urgente ripristinare ed ingrandire il convento e, a questo scopo, si procedette all’acquisto di terreni contigui, tra il 1529 e il 1555.
I lavori terminarono intorno al 1560, anche grazie all’attivo interessamento del cardinale Georges D'Armagnac (1501-1585).
In quell'epoca i "Minimi", di nazionalità francese, in seguito ad un solenne litigio, avevano estromesso i “fratelli calabresi”, nel 1585, che si erano rifugiati a Sant’Andrea delle Fratte.
Si rimise mano ai lavori della chiesa per portarla a filo con il muro del convento su Viale di Trinità dei Monti, con l’aggiunta di due cappelle per lato e per finalizzare la facciata con le torri, su disegno di Giacomo della Porta (1533-1602).
I lavori terminarono nel 1567 e Sisto V (Felice Peretti - 1585-1590) consacrò la chiesa nel 1585.
Sisto V (Felice Peretti - 1585-1590) eresse la chiesa a titolo cardinalizio nel 1587 e sotto Paolo V (Camillo Borghese - 1605-21) l'area conventuale fu ingrandita con l'acquisto della villa del Pino (Malta o delle Rose).
Il monastero fu ricostruito tra il 1617 e il 1622, probabilmente, dall’architetto Filippo Breccioli (1524-1627).
Nel 1670, viene riprogettata l’abside della chiesa, in forma rettangolare, più profonda della precedente, per ospitare il coro e per permettere l’ampliamento della biblioteca, al piano superiore.
Tra il 1717 e il 1725,  Francesco de Sanctis (1679-1731)  realizzò la scalinata barocca che collega Piazza di Spagna con Trinità dei Monti.
Nel 1798, fu messo un termine alla fioritura di altissimo livello culturale, portata avanti dai Minimi, quando le truppe francesi, che occupavano Roma, dichiarata “Repubblica Napoleonica”, devastarono chiesa e convento. I Minimi lasciarono definitivamente Trinità dei Monti e si rifugiarono in Francia.
Con la restaurazione della monarchia in Francia, Luigi XVIII (1815-1824), incaricò l’architetto  François Mazoit (1783-1826) di ripristinare i luoghi.
Luigi XVIII (1815-1824), con il consenso di papa  Pio VII (Barnaba Niccolò Chiaromonti – 1800-1823), affidò, nel 1821, chiesa e convento alle sue Suore del Sacro Cuore, fondate, nel 1800, da Maddalena Sofia Barat (1779-1865).
I lavori di adattamento ai bisogni delle suore del Sacro Cuore, che avevano fondato un collegio riservato alle ragazze appartenenti alla nobiltà romana, con lo scopo di restaurare le condizioni della società esistente prima della rivoluzione francese, fu ulteriormente distruttivo, sia nella distribuzione interna del convento sia per gli edifici scolastici costruiti ex novo.
Nel 2006, le suore del Sacro Cuore furono sostituite dalle Fraternità Monastiche di Gerusalemme, fino al 2016, quando si installò la Comunità Emmanuel, che vi risiede tuttora.

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