Di questo progetto facevano parte le due “quinte” rappresentate dai due palazzi, che si vedono nella foto, a sinistra di via del Babuino ed a destra di via Ripetta. Il loro prospetto è identico a quello degli edifici che, di fronte, attorniano la Porta Flaminia. Il Valadier aveva imposto ai proprietari il vincolo estetico, legato alla sistemazione della piazza, mentre li aveva lasciati liberi di concepirne la distribuzione interna. Il palazzo a destra di via Ripetta fu eretto (1818-1823) dal conte Clemente Lovatti (1779-1860) che aveva acquistato l’intero isolato confinante con piazza del Popolo, piazza dell’Oca e via dell’Inferno. Il progetto fu realizzato dall’impresa del fratello del conte, Matteo Lovatti (1769-1849), seguendo, per il prospetto su piazza del Popolo, i disegni del Valadier, mentre il palazzo a sinistra di via del Babuino insisteva su un terreno di Don Giovanni Torlonia (1755-1829). La prima destinazione che i Torlonia dettero al palazzo era di “fienile”, funzione, in quel tempo, molto diffusa nella zona. Nel 1825, l’edificio, che, inizialmente, copriva due lati del terreno (piazza del Popolo e via del Babuino), si accrebbe di un altro lato, lungo il vicolo che separava la proprietà Torlonia con quella della famiglia Lucernari (lato Hotel de Russie). Nel 1834, anche il quarto lato, verso il Pincio, fu costruito per collocarvi una locanda. Nel 1837, i Torlonia, avendo completato i quattro lati, acquistarono la parte dei Lucernari e fecero eseguire un passaggio ad arco che univa i due edifici. Nel 1903, il palazzo passava, per linea ereditaria, a Giulio e Giuseppe Torlonia e, nel 1907, a Teresa Torlonia, che subito lo cedette a Luigi e Francesco Silenzi. Questi ottennero la licenza per completare i quattro lati del palazzo con opportune sopraelevazioni. Durante la seconda guerra Mondiale il palazzo fu requisito ad uso militare e nel 1948 fu restaurato, come lo vediamo oggi. I lavori furono portati a termine nel 1950.
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