La tavola era dotata di due sportelli in legno tramite i quali l’icona era sottratta alla vista dei fedeli. L’icona campava sull’altare maggiore, costruito da Andrea Bregno (1418-1506), nel 1473, e poi, nel 1626, sul nuovo altare di Lorenzo Bernini (1598-1680). Fu oggetto di numerosi furti come, nel 1538, un furto sacrilego privò l’icona delle sue gemme e parti preziose e, nel 1633, ancora un furto che si concluse con la condanna a morte dei ladri, eseguita in piazza del Popolo. L’immagine era esposta solo in occasioni particolari e fu portata più volte in processione tra il 1458 e il 1470 “per implorare l’aiuto per la guerra contro il Turco”. Se ne eseguirono numerose copie, destinate a divulgare il culto della Madonna ed altre per personaggi particolari, come per la regina Cristina di Svezia (1626-1689).
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