Il figlio di Natale senior, Alessandro senior (+1639), uomo di legge e di lettere, sposò, nel 1610, Felice Zacchia (1593–1667) (nobile di Vezzano-La Spezia) ed ebbe nove figli tra i quali il nostro Natale junior (+1657) e Paolo Emilio (1617-1668), che diverrà cardinale nel 1643 e che acquisterà dagli Aldobrandini il palazzo che era stato del cardinale Thomas Wolsey (1471-1530) in piazza degli Acuili (oggi piazza Rondinini – vedi – Sant’Eustachio). Felice Zacchia era figlia di Laudivio Zacchia (1565-1637) (divenuto cardinale -1626 - dopo la morte della moglie) e nipote del cardinale Paolo Emilio Zacchia (1554-1605). Alessandro senior continuò la collezione paterna, in questo aiutato attivamente dalla moglie Felice e dalla famiglia Zacchia, portandola ad un livello di eccellenza. In questo contesto nacque e visse Natale Rondinini junior (c.1628-1657): uomo brillante che scelse la carriera ecclesiastica, come il fratello cardinale (Paolo Emilio Rondinini), e, come lui, avrebbe reso illustre la propria famiglia facendola avanzare verso la società nobiliare dell’Urbe se non fosse morto prematuramente. Fu nominato canonico della Basilica Vaticana, a 27 anni, da Alessandro VII (Fabio Chigi -1655-1667) che lo apprezzava come persona ma anche come poeta e lo considerava un amico. Il monumento funebre si trova davanti alla cappella Chigi e lo stemma dei Rondinini è “inquartato” con quello dei Chigi per concessione di Alessandro VII. La peste, che aveva colpito Roma nel 1656 e che aveva decimato la popolazione dell’Urbe, fu probabilmente la causa della sua morte repentina all’età di trent’anni. Il suo sepolcro fu disegnato dallo scultore Domenico Guidi (1625–1701) su richiesta della madre Felice Zacchia che gli sopravvisse ancora dieci anni. L’importanza della famiglia Rondinini-Zacchia ebbe il suo periodo d’auge quando annoverò tra i suoi componenti tre cardinali: Paolo Emilio Zacchia, Laudivio Zacchia e Paolo Emilio Rondinini, passata la quale cominciò il progressivo declino fino alla morte del suo ultimo rappresentante Giuseppe Rondinini (1725–1801), dopo la morte del quale anche la famosa collezione d’arte fu dispersa.
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