Il cardinale, nel suo testamento (il cui erede universale era il nipote Giovanni Antonio Orsini), lasciò in usufrutto la detta villa a suo nipote Pietro Orsini (+1598), vescovo di Spoleto (1581-1591), che gli era succeduto in quella diocesi. Nel 1615, i frati Agostiniani scalzi acquistarono la villa dagli Orsini, e riadattando la villa a convento e costruendo una cappella, dedicata a Sant’Antonio, ne fecero la loro nuova sede a Roma e il centro di formazione dei seminaristi (Vedi Chiesa di Gesù e Maria al Corso – Campo Marzio). Con l’esproprio del convento, nel 1870, il Regno d’Italia ne fece una caserma della Polizia di Stato. La Comunità Anglicana di Roma si ritrovò, già dal 1816, intorno al pastore Corbert Hue, in vari locali provvisori, per poi trovare, dal 1825, un vecchio granaio, subito fuori Porta Flaminia. Questo, destinato alla demolizione, per la creazione dell’attuale Piazzale Flaminio, dopo il 1870, portò la comunità a cercare per una sistemazione definitiva. Nel 1880, su proposta del Comune di Roma, la chiesa Anglicana acquisì il terreno, dove esistevano ancora i resti del convento Agostiniano, su via Ripetta, ed incaricarono l’architetto inglese George Edmund Street (1824-1881) e, alla sua morte, il figlio Arthur Edmund (1855-1938) di progettare una nuova chiesa ed una canonica per gli Anglicani di Roma. Per la chiesa i lavori durarono tra il 1882 e il 1887, mentre i lavori della canonica, affidati all’architetto Vincenzo Cannizzaro terminarono solo nel 1915 (La guglia nel 1937). Le autorità militari chiusero la chiesa, durante il secondo conflitto mondiale, dal 1940 al 1944, quando divenne la cappella dell’esercito inglese di stanza a Roma. Da allora la chiesa ha ripreso le sue abituali attività religiose, presso la comunità anglicana della capitale.
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