Dalla planimetria di Leonardo Bufalini (1551), la chiesa risulta al limite Sud dell’isolato che contiene oggi la chiesa di sant’Ivo, circa all’angolo tra vicolo della Campana e via della Scrofa. L’antica chiesa aveva una sola navata absidata, con una cappella per lato, preceduta da un piccolo nartece. Nel 1454, Niccolò V (Tommaso Parentucelli – 1447-1455) concesse la chiesa di Sant’Andrea alla Nazione di Bretagna. I Bretoni, stante il degrado della chiesa medievale, ricostruirono, poco discosto, una nuova chiesa (conservando il campanile medievale) che dedicarono a Sant’Ivo (1253-1303), sacerdote bretone, patrono della Bretagna, canonizzato nel 1347. La nuova chiesa è visibile nella pianta di Roma di Battista Falda, del 1676. Nel 1511, i Bretoni aprirono un ospedale a “tutti gli infermi pellegrini & altri poveri della medesima Nazione”, adattando alcune case di loro proprietà limitrofe alla chiesa. Nel 1532, il Ducato di Bretagna divenne soggetto al Regno di Francia e Gregorio XIII (Ugo Boncompagni – 1572-1585), su richiesta di Enrico III (1574-1589), re di Francia, concesse di unificare l’amministrazione di Sant’Ivo dei Brettoni a quella di San Luigi dei Francesi. Prese così fine l’attività dell’ospedale dei Bretoni in Campo Marzio per integrare quello collegato alla cattedrale francese nel Rione Sant’Eustachio. Con la cessazione dell’attività ospedaliera la vecchia chiesa di Sant’Ivo dei Bretoni limitò anche la cura che veniva data alla chiesa che, nel tempo, raggiunse un avanzato degrado. Da alcuni disegni e da stampe del XIX secolo ci viene tramandata la forma della vecchia chiesa che era a tre navate, suddivise da archi a tutto sesto sostenuti da colonne di granito e di bigio. Due cappelle laterali e pavimento in opera alessandrina e parti in mosaico, sul quale erano poste lapidi di cui la più antica datava del 1431. L’iscrizione dedicatoria sulla facciata era: DIVO IVONI TRECORENSI PAUPERUM ET VIDUARUM ADVOCATO NATIO BRITANNIAE AEDEM HANC IAMPRIDEM CONSECRATAM RESTAURAVIT MDLXVIII. La chiesa fu parrocchia dal 1748 al 1824, in seguito probabilmente la sua manutenzione venne meno, tanto che nel 1875 il campanile medievale crollò sulla chiesa. Lo stato di degrado conseguente portò alla decisione di demolire (1875) e di ricostruire la chiesa e l’isolato che la conteneva, tra via della Scrofa e vicolo della Campana. L’incarico fu dato all’architetto Luca Carimini (1830-1890). La nuova, ed attuale, chiesa fu inglobata nei nuovi edifici secolari dell’isolato e realizzata di dimensioni molto inferiori alla precedente, a navata unica, con una cappella per lato e differentemente orientata (essa si trova essere perpendicolare alla precedente e occupante lo spazio del transetto della vecchia chiesa). I lavori di ricostruzione terminarono nel 1890.
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