Via della Traspontina (R. XIV – Borgo) (da via della Conciliazione a Porta Castello)
La via, che correva (e tuttora corre) sul fianco della chiesa di Santa Maria in Traspontina, prese il nome del predicato della chiesa. Prima del 1936, via della Traspontina convergeva in Borgo Nuovo, sul quale insisteva la facciata della chiesa di Santa Maria. Dopo il 1936, via della Conciliazione incamerò per intero il Borgo Nuovo in modo che, al giorno d’oggi, via della Traspontina esce su via della Conciliazione dove si affaccia la chiesa.
La chiesa antica [1] si trovava più vicina al ponte nel luogo dove oggi si trovano le fosse di Castello create da Pio IV (Giovanni Angelo Medici - 1559-1565).
Il nome di Transpontina o Traspadina “l’era venuto” dai transpadani, cioè dai Longobardi e dai Germani in genere che popolavano il “Burg” nell’alto Medio Evo.
Nel giugno del 1484, perché contigua a Castello, vi fu portato il corpo di un Colonna, ivi giustiziato. “Questa mattina fu tagliato la testa in Castello al reverendo protonotario Colonna, cuius anima requiescat in pace. In su la terza con quattro doppieri fu cavato di Castello in una cassa et portato in una chiesetta [2], quivi appresso al Castello; non si poteva perciò vedere il corpo. Et fu messa decta cassa nel mezzo di decta chiesetta, coperta d'un panno nero, pubblice, che ognuno si poteva andare a vedere. Dicesi la madre et i parenti che sono qui anderanno pel corpo per honorarlo” [3].
La chiesa, come sopra detto, fu abbattuta il 13 luglio 1564 e poi ricostruita, dove ora si trova, da Giovanni Sallustio Peruzzi nel 1566 e terminata dal Mascherino (1533-1605) nel 1587 [4].
Nella terza cappella a sinistra, vi sono venerate due colonne, che si trovavano prima nel carcere Mamertino, alle quali sarebbero stati legati e fustigati, S. Pietro e S. Paolo.
Presso l’antica chiesa vi era la “meta Romuli” [5] e più oltre il “tiburtinus Neronis” [6] che fu, secondo le Mirabilia (1130-1142), il posto dove fu crocifisso S. Pietro: “inter duas metas”. (Cioè fra la meta Romoli ed il tiburtinus Neronis).
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[1] ) Attraverso i secoli fu detta: “In capite porticus, in capite pontis, traspontem, traspontina, traspadina, in traspontina, traspondine, turrispadina”.
[2] ) Nel diario del Burcardo è precisata la chiesetta: "ad ecclesiam beate Marie”.
[3] ) Precisa il detto Burcardo: "Deinde circa horam XXI deportatus est ad ecclesiam XII Apostolorum et ibidem ecclesie traditus sepulture”.
[4] ) Il piccolo edificio, sul fianco sinistro della chiesa, è un piccolo oratorio “Per la Dottrina Cristiana”, dove si operava l’istruzione dei fanciulli. Sul cartiglio, sopra la porta, è scritto: “Non Cesses Fili Audire Doctrinam”.
[5] ) La naumachia di Domiziano doveva stendersi fra il Vaticano e Castello, dove “in Naumachia est sepulcrum Romuli et vocatur santi Petri”, e cioè presso quella “meta Romuli” (presso l’attuale chiesa di S. Maria in Traspontina) che, ridotta a fortezza e munita di un presidio, rifornito a mezzo di un congegno di cordaggi da castello, si arrese il 21 luglio 1417 a Braccio da Montone (Andrea Fortebracci – Perugia 1368 - Aquila 1424). Quando morì, ucciso (il 3 gennaio annegò nel fiume Pescara, mentre lo guardava, a cavallo e tutto armato il suo avversario Attendolo Sforza) il 2 giugno 1424, così scrisse l’Infessura: “... ne fu fatta grande festa e letitia in Roma di fuochi e di ballare; ed ogni Romano giva con la torcia a cavallo a accompagnare il messere Giordano Colonna (principe di Salerno), fratello di papa Martino, perché era morto l’inimico del Papa..., ne rimase papa Martino senza alcun altro impaccio e mantenne, nel suo tempo, pace e dovizia”. La “meta Romoli” o “meta Scipioni” fu abbattuta da Alessandro VI (Rodrigo Borgia - 1492-1503) per costruire la “via Alexandrina” (Borgo Nuovo), oggi parte della via della Conciliazione. Ma le ultime tracce della meta scomparvero totalmente, solo sotto Giulio II (Giuliano Della Rovere - 1503-1513)..
[6] Era una tomba di epoca romana, che era prossima a Santa Maria in Traspontina antica.
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